La Cremonese ha provato ad aspettare il Napoli
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Contro il Napoli la Cremonese ha scelto di cambiare ancora il suo atteggiamento. Pur rimanendo all’interno dei confini tracciati da Massimiliano Alvini, confermando un’impostazione che di base prevede marcature uno contro uno a uomo a tutto campo, la squadra grigiorossa ha rimodulato nuovamente la propria proposta di calcio, andando oltre quanto già visto a Lecce.
Per fronteggiare la capolista Napoli, Alvini ha confermato di fatto la soluzione vista contro i salentini, con un difensore libero dai compiti di marcatura (spesso Matteo Bianchetti, cerchiato in rosso) per dare copertura ai compagni e la punta centrale a doversi occupare dei due centrali difensivi avversari.
Allo Zini, però, la Cremonese ha scelto di tenere un baricentro più basso, aspettando gli avversari nella propria metà campo. Una scelta ben evidenziata anche dal numero di duelli offensivi ingaggiati e vinti, in entrambi i casi il numero più basso in campionato. Più in generale, nell’ultimo match è stata anche registrata l’intensità più bassa dei grigiorossi in queste prime 9 giornate di Serie A.
Non sempre, però, il sistema si è rivelato efficace. Bianchetti – il difensore incaricato maggiormente di dare copertura – spesso si è fatto attrarre in avanti lasciando di fatto una situazione di uno contro uno a tutto campo, mentre Cyriel Dessers (cerchiato in blu) non è quasi mai riuscito a disturbare la costruzione azzurra, con i difensori centrali di Luciano Spalletti liberi di avanzare palla al piede fino a zone avanzate di campo (e in un paio di occasioni anche di arrivare alla conclusione), tanto che Santiago Ascacibar (cerchiato in bianco) si è trovato a chiamare la pressione a “coprire” la palla.
Se da un lato l’orientamento sui riferimenti individuali è rimasta la base del sistema difensivo grigiorosso, dall’altro la richiesta di una maggiore attesa ha fatto sì che non sempre le letture dei giocatori di Alvini per compensare la mancata scalata in avanti risultassero coordinate ed efficaci con il rischio di generare uscite in ritardo a cascata in grado di spianare la strada verso Ionut Radu al Napoli.
In generale, in ogni caso, la squadra di Alvini ha resistito fino ad un quarto d’ora dal fischio finale, mantenendo l’1-1 maturato a inizio ripresa dopo l’iniziale vantaggio su rigore dei campani nel primo tempo in una gara in cui la Cremonese ha rinunciato a costruire dal basso (trovando così con più difficoltà chance per provare a fare male) e in cui il possesso palla è stato nettamente ad appannaggio del Napoli (69.64%). Tuttavia, la squadra di Spalletti ha tirato complessivamente 21 volte, di cui 10 nello specchio difeso da Radu e solo 4 dopo il 2-1 di Simeone (la Cremonese ha invece calciato 11 volte, di cui una in porta). I campani hanno generato 3,72 expected Goal (xG)*, a fronte dell’1,02 dei grigiorossi.
La Cremonese, dunque, consapevole del valore dell’avversario, per la prima volta in stagione ha scelto di avere un atteggiamento maggiormente prudente pur senza snaturarsi del tutto, ma a conti fatti non è riuscita a limitare a sufficienza il Napoli per poter strappare dei punti alla capolista e ha mostrato che si tratta di una soluzione che necessita ancora di qualche tempo per essere implementata al meglio. Bisognerà anche capire se questa strada imboccata contro i campani è una soluzione studiata ad hoc per questa partita (o per questo genere di match) o se invece è la nuova direttrice tattica che seguirà da qui in avanti la Cremonese.
Mauro Taino
*Expected Goal (xG): una misura della probabilità che ha un determinato tiro di essere trasformato in gol.
**PPDA: passaggi concessi per azione difensiva che includono le azioni all’interno degli ultimi 60 metri di campo della squadra che attacca. Più è basso, più l’intensità del pressing è elevata.
Dati Wyscout S.p.A. (wyscout.com)