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Tokyo, la mamma di Mondelli: "è come se ci fosse anche Filippo"

Su quella barca saranno in 5, lo aveva raccontato l’allenatore Giancarlo Romagnoli poco prima di raggiungere il villaggio olimpico nel giorno in cui sul quattro di coppia azzurro era stato applicato un adesivo dedicato a Filippo. Lo ha detto il cremonese Giacomo Gentili al Corriere della Sera: “siamo qui anche per lui, glielo dobbiamo. Il giorno del funerale la mamma di Filippo ha preso la bandiera che era sulla bara del figlio e me l’ha messa in mano: ci ha detto di portarla a Tokyo per lui. È una bella botta, ma io sono felice di avere questa responsabilità”.

Su quel quattro di coppia avrebbe dovuto esserci anche Filippo Mondelli che si è spento il 29 aprile scorso dopo poco più di un anno di malattia per un osteosarcoma che non gli ha lasciato scampo. Aveva soltanto 26 anni. Filippo lo aveva qualificato insieme a Giacomo Gentili, Andrea Panizza e Luca Rambaldi, l’equipaggio con cui si era anche laureato campione del mondo nel 2018.

“Ho dei sentimenti molto vari – racconta Monica Della Torre, mamma di Filippo –  perché Filippo quella qualificazione se l’è sudata fino in fondo; sono arrabbiata con tutti e con nessuno, non è colpa di nessuno se questo è successo, ma gli hanno proprio rovinato un sogno, un destino crudele. Non vedo l’ora che queste olimpiadi finiscano. Di natura sono una persona positiva e così come ero sicura che mio figlio guarisse, sono convinta che i ragazzi prenderanno una medaglia. Non dico quale per scaramanzia”.

“Dopo il funerale, visto che mi avevano consegnato questa bella bandiera piegata, mentre salivo in auto con gli allenatori di Filippo, Claudio e Giancarlo Romagnoli, ho chiesto loro se fosse una buona idea dare quella bandiera ai ragazzi del quattro di coppia. Sono scesa dall’auto e l’ho consegnata a loro, con la speranza di vederla in un bel posto… non dico nulla per scaramanzia. Ho paura, dico la verità, perché è come se là ci fosse anche Filippo. Sto provando le stesse sensazioni. So che loro sono bravi e forti e hanno tutte le carte in regola, ma so che nel canottaggio tutto può succedere”.

Seguirà in diretta le gare?

“Penso proprio di sì, mi alzerò di notte per seguire le batterie. Guarderò anche la finale anche se non so con quale sentimento, di rabbia, di gioia, perché sono momenti difficili. Filippo non lo riporterà più nessuno, ma ci sono i suoi compagni…”.

A meno di 48 ore dall’esordio del quattro di coppia ai Giochi di Tokyo il ricordo è più vivo che mai, nei pensieri degli azzurri del remo e dei loro allenatori, del veterano Simone Venier (alla quinta partecipazione olimpica) che lo ha sostituito sull’armo azzurro.

Il mondo dello sport ha pianto la scomparsa del campione del remo, ma per i suoi compagni di barca è una presenza reale, una spinta in più sul quel quattro di coppia che gli ha già dedicato il titolo europeo e che ora vorrebbe spiegare quella bandiera sul podio di Tokyo.

Cristina Coppola

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