Juvi terzo attacco della serie A2
ma ora si apre un ciclo di ferro
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Premessa: questo non è un bilancio, perché l’aver giocato 12 partite vuol dire non aver affrontato nemmeno un terzo della stagione. Chiamiamola chiacchierata a tinte oroamaranto approfittando della sosta forzata causa Nazionali. Una pausa che forse non ci voleva, dato che la Juvi, con la convincente vittoria contro Rieti, aveva appena ritrovato sé stessa dopo un ciclo di gare avaro di soddisfazioni, muovendo una classifica che stava iniziando a sorridere sempre meno.
Al netto di alti e bassi fisiologici all’interno di una stagione, l’obiettivo non cambia di una virgola: lasciarsene alle spalle cinque, ragionando solo successivamente su eventuali altre velleità. La classifica racconta di una Ferraroni in linea con gli obiettivi, ma consapevole che ogni gara è una trappola e che gli scenari possono cambiare in un pugno di partite.
Il successo contro la Sebastiani vale tanto oro quanto pesa, fondamentale per mettere fieno in cascina e per ritrovare quel feeling con la vittoria solamente sfiorata contro Milano e Cento. A livello di continuità nell’arco dei 40 minuti, probabilmente la miglior gara dell’anno, con tanti protagonisti diversi ma con un Andrea La Torre da incorniciare, commovente nel suo mettere la museruola a Jazz Johnson. Davvero un peccato fermarsi, dato che l’ultima gara casalinga aveva regalato anche il ritorno al ventello di capitan Tortù, di nuovo pungente e più che mai presente nei momenti decisivi del match.
Lo spirito juvino pare essere stato ritrovato e altrettanto si può dire di Federico Massone che, lasciati alle spalle i problemi fisici, è tornato a dare il proprio contributo in termini di regia e pericolosità offensiva, sia dal perimetro che attaccando il ferro.
Segnali positivi ce ne sono e il primo è che la squadra ha un’identità ed una struttura ben definite e che, al netto degli infortuni, con il giusto atteggiamento può dire la propria contro chiunque. A proposito di identità, all’interno di quello che con 81 punti di media è il terzo attacco del campionato dietro solo a Rimini e Udine, ci sono due punti di riferimento ben chiari: 17.3 punti a partita per Brown, appena un decimale in meno per Polanco, entrambi nella top ten dei marcatori della serie A2 con percentuali più che positive.
Ora serve continuità, dimostrando magari già dalla complicatissima trasferta ad Udine del primo dicembre di poter stare nella partita fin dalla palla a due, giocandosela contro una delle corazzate di questo torneo che nell’anticipo del venerdì è andata a rifilare in scioltezza un trentello a domicilio a Verona, con un Alibegovic da 30 punti e 7/10 da tre.
La trasferta friulana aprirà un ciclo di ferro per gli uomini di Bechi, che nel giro di quindici giorni se la vedranno anche con Forlì, Cantù e Torino, una raffica di test importanti prima di chiudere il 2024 con Pesaro e Avellino. E allora lì, forse, si potrà fare davvero un bilancio.
Alberto Guarneri