Cremonese

Cesini: "La Serie A? Sono sempre
stato ottimista. E ora tifo Nicola"

Luciano Cesini (a sinistra) allo stadio con Aristide Guarneri

Luciano Cesini non è una semplice bandiera della Cremonese, ma è l’uomo che ha vestito più di tutti il grigiorosso. Nato a Piadena, classe ’48, da calciatore ha totalizzato ben 436 partite con la maglia della Cremo, nessuno ha collezionato più presenze di lui. Naturalmente, Cesini ha vissuto con grande trasporto la promozione in Serie A dei grigiorossi, arrivata grazie alla finale playoff vinta contro lo Spezia.

Come ha vissuto la finale di ritorno di La Spezia, che ha consegnato alla Cremonese la conquista della promozione?
“Ho sempre avuto molta fiducia in questa squadra, dotata di grande qualità, ma anche di un gioco efficace, fatto di tanto possesso palla. La Cremonese nell’ultimo periodo della regular season ha saputo raggiungere un livello alto di rendimento. L’innesto di De Luca in attacco ha sicuramente offerto più soluzioni a livello offensivo e si è rivelata una mossa decisiva nella sfida di La Spezia. Io ho sempre ritenuto la squadra di Stroppa superiore a quella di D’Angelo, anche se i liguri durante la stagione spesso sono risultati più pratici. Il finale con la rimonta sfiorata per i due gol dello Spezia? Ero ottimista anche sul 3-2, a tal punto che non ho sofferto più di tanto nei minuti finali”.

La Cremonese ritrova la Serie A dopo tre anni. Cosa dobbiamo aspettarci?
“Rispetto a tre anni fa c’è una differenza molto grossa: la squadra che ottenne la promozione con Pecchia era formata da tanti giovani di prospettiva in prestito, che subito dopo la fine della stagione avevano dovuto fare ritorno ai club di appartenenza, indebolendo la Cremonese, che poi virò su sostituti che purtroppo non si sono rivelati all’altezza. Oggi il problema è un altro. La Serie A è tutta un’altra categoria e la rosa attuale ha bisogno di innesti di qualità, ma anche di essere un po’ ringiovanita. Ci sono parecchi elementi un po’ su con l’età”.

In questi giorni la Cremonese sta scegliendo il nuovo allenatore. Lei che idee ha e che cosa spera?
“Tre anni fa fu scelto Alvini come allenatore per la Serie A, ma il suo calcio era poco adatto alla categoria. Sarò schietto: io faccio il tifo per Nicola. Si tratta di un allenatore che ha grande esperienza e che ha sempre allenato squadre che come obiettivo avevano la salvezza. Spero che la Cremonese riesca a definire alla svelta il nuovo tecnico, per poterlo poi coinvolgere nelle scelte che verranno fatte sul mercato. E’ indispensabile che i rinforzi non vengano decisi solo dalla società, ma in accordo con l’allenatore”.

Ha seguito la presentazione del calendario della prossima Serie A? Che ne pensa del cammino dei grigiorossi?
“Ho seguito tutto l’evento in diretta. Quando ho visto il Milan alla prima giornata mi sono fatto prendere un attimo dallo sconforto. Ma in realtà l’avvio di campionato vedrà la Cremonese affrontare squadre con le quali dovrà confrontarsi per il raggiungimento dell’obiettivo salvezza. Per me l’avvio di campionato non è impossibile. Detto questo, tutte le partite in una categoria come la Serie A sono problematiche. L’allenatore dovrà far svolgere un tipo di preparazione che possa far partire subito a mille la squadra”.

Quali elementi ritiene siano stati importanti per la promozione e in grado di fare bene anche in Serie A?
“Ci sono tanti giocatori di qualità, che possono fare bene anche in Serie A: Barbieri, il Folino visto nell’ultimo periodo, Vandeputte e anche lo stesso Johnsen. Non va poi dimenticata l’importanza nello spogliatoio di elementi di grande esperienza come Bianchetti e Castagnetti. E poi c’è Vazquez, che io ho apprezzato di più durante il suo secondo anno in grigiorosso. Spero che l’argentino possa rimanere a Cremona: ha grande qualità, la Serie A è la sua categoria naturale ed è in grado di fare la differenza, magari giocando anche solo uno spezzone di partita”.

Mauro Maffezzoni

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