Vanoli

Troppa Germani al PalaRadi
ma la Vanoli è più viva che mai

Talvolta, pur digrignando i denti e facendo buon viso a cattivo gioco, bisogna fare i complimenti agli avversari. Brescia si porta a casa il derby contro la Vanoli Cremona con pieno merito, sfoderando una prestazione balistica ai limiti della perfezione e rendendo vani i tentativi di rimanere in partita dei biancoblù cremonesi.

Alla truppa di Cavina non è bastata nemmeno quella che, numeri alla mano, è stata la miglior partita offensiva della stagione: mai Davis e compagni avevano tirato con il 59% da due e il 46% da tre, percentuali con le quali di solito è difficile non portarla a casa, così come mai avevano toccato la soglia degli 89 punti segnati, conditi da 18 assist. Tutti massimi stagionali che non sono bastati al cospetto di una Leonessa che, dopo la brutta scoppola interna della scorsa giornata contro Trapani, si è prontamente rialzata producendo cifre da stropicciarsi gli occhi: 21/30 da due vuol dire 70% e 14/24 da tre significa 58%, e meno male che ad un certo punto qualcosa è iniziato a finire sul ferro, perché sul finire del terzo quarto gli ospiti avevano infilato 10 delle 14 triple tentate.

Una sparatoria, una valanga praticamente impossibile da arginare. Non tanto nei “soliti noti”, perché da Della Valle ti aspetti che sia velenoso dall’arco, così come non è imprevedibile che Ivanovic di scelte e tiri ne sbagli pochini e che Bilan…faccia il Bilan. L’allarme rosso scatta quando, nonostante gli accorgimenti a gara in corso, anche il supporting cast diventa immarcabile, rendendo la coperta difensiva biancoblù decisamente corta.

Quando, ad esempio, Ndour si rivela un enigma con il tiretto dalla linea di fondo, oppure quando Burnell si mette ad aprire la scatola della zona con il jumper dai 5 metri, o quando Cournooh si traveste da arma letale punendo dalla lunga ogni scelta difensiva vanoliana. E’ ovvio che ci sia un certo senso di urgenza a livello di risultati, ma chiedere di più dal derby sarebbe stato oggettivamente difficile.

Di sicuro, una risposta è arrivata: se i problemi delle prime giornate erano stati la poca pericolosità offensiva e la mancanza di un giocatore che potesse produrre anche a giochi rotti e che allargasse il campo con il proprio range di tiro, beh, forse dal mercato si è pescato l’innesto giusto. Non ci ha messo molto Payton Willis ad ammiccare al PalaRadi e a conquistarlo: 24 punti all’esordio nonostante giusto un paio di allenamenti nelle gambe, con 6/11 da tre e 6/7 ai liberi, dando finalmente linfa all’attacco vanoliano.

Rimaniamo aderenti al Cavina-pensiero e quindi continuiamo a sostenere che le belle sconfitte non esistano, ma oltre alla nota positiva Willis, qualche lancia da spezzare c’è. La prima è che contro percentuali del genere sarebbe stato comune ed umano alzare bandiera bianca e deragliare, invece a 5 minuti dal termine Davis ha pure avuto la tripla aperta per riportare lo svantaggio sotto la doppia cifra.

Un’altra è che il destino ha deciso di regalare un attacco febbrile a Tajion Jones proprio nel giorno del derby, costringendo di fatto il coach biancoblù a schierare in quintetto Phil Booth, sulla carta scivolato fuori dalle rotazioni dopo l’arrivo di Willis.
Purtroppo i complimenti non portano punti e i risultati degli altri campi rendono difficile abbozzare un sorriso, ma forse mai come questa volta si intravede una luce in fondo al tunnel. Ora bisogna andare a prenderla.
Alberto Guarneri

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