Subito l'ora di Johnsen:
tutti i segreti del norvegese
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Complice la coperta corta in casa Cremonese tra infortuni e squalifiche, già oggi con il Lecco potrebbe scattare l’ora di Dennis Johnsen cui il tecnico Giovanni Stroppa potrebbe affidarsi sin dal primo minuto.
Pur avendo detto di vedere il norvegese capace di giocare nei “cinque ruoli sotto la punta”, l’utilizzo più probabile dell’ex Venezia nel 3-5-2 grigiorosso sembra quello di seconda punta, la stessa posizione dove dovrebbe partire a Lecco.
Anche perché, in carriera, Johnsen ha già giocato da punta centrale sia nella sua prima stagione in Laguna che nel passato campionato, anche se in 48 gare (sia nelle 40 da prima punta che nelle restanti da secondo attaccante) ha messo insieme 6 reti.
In carriera, però, il ruolo che ha ricoperto maggiormente è stato quello di esterno offensivo a piede invertito sull’out mancino, mentre non è mai stato impiegato da mezzala.
Tuttavia Stroppa ha già dimostrato di immaginare degli sviluppi nuovi per i suoi giocatori e non è escluso che possa provare questo tipo di operazione anche con il norvegese, soprattutto grazie alla sua capacità di inserimento senza palla e ricevere passaggi lunghi, ma anche la soluzione da esterno a tutta fascia, in certi frangenti, potrebbe rivelarsi interessante.
Sicuramente il classe 1998 è un giocatore che ama essere lanciato in profondità piuttosto che riceve palla sui piedi e questa rappresenta da un lato una caratteristica che impreziosice la rosa grigiorossa, ma dall’altro anche una qualità che rischia di essere poco sfruttata considerato l’atteggiamento chiuso contro cui spesso si scontra la Cremonese.
Johnsen riceve infatti in media 2,87 lanci lunghi a partita, anche se la sua presenza in area è relativa (come si evince anche dalla heatmap): ha una media di 3,38 tocchi negli ultimi 16 metri avversari, ma soprattutto effettua appena 1,34 tiri di media a match di cui appena il 28,57% in porta. La capacità di aumentare la propria efficacia realizzata sarà fondamentale per supportare Coda nel compito di andare a rete.
L’ex Venezia ha comunque nel dribbling la propria arma principale e questa potrebbe risultare una chiave determinante nello scardinare le difese avversarie: il norvegese tenta in media 6,13 dribbling a gara con una percentuale di successo di circa il 50% (47,92%).
Il classe 1998 non è però un giocatore individualista: ogni 90 minuti, infatti, sforna quasi un passaggio chiave (che cioè apporta un contributo significativo allo sviluppo dell’azione d’attacco) e 0,32 assist.
Acquistando Johnsen la Cremonese, oltre ad indebolire una diretta rivale come il Venezia, ha quindi puntato su un giocatore capace di incidere notevolmente nell’ultimo terzo di campo, ma che è chiamato ad offrire un contributo maggiore in termini realizzativi, anche se in questa prima parte di campionato ha messo insieme un ottimo bottino di 8 tra gol (3) e assist.
Mauro Taino
Dati e grafica Wyscout S.p.A. (wyscout.com)