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Vanoli, mercato italiani in chiusura Portaluppi: "Per Galbiati grande opportunità"

foto Sessa

In casa Vanoli, dopo l’inserimenti di McNeace si lavora sugli italiani, in attesa che si sblocchi il mercato oltre oceano. Al momento Poeta, Cournooh e Pecchia, e i 2 americani, Sanogo e McNeace, il lavoro di Flavio Portaluppi, GM della Vanoli, è al giro di boa. Con lui abbiamo fatto il punto sui prossimi passaggi.

“Sicuramente c’è ancora da lavorare, siamo riusciti ad aggiungere il centro che ci mancava dopo la la partenza di Marcus Lee con cui  avevamo provato a rinnovare il contratto. Purtroppo ha esercitato l’opzione di uscita e ha scelto un percorso diverso. Siamo contenti per lui perché comunque è andato in un campionato competitivo, dispiaciuti per noi, ma pensiamo di aver trovato un ragazzo molto interessante simile in alcune caratteristiche, forse leggermente più completo nel gioco a canestro. E’ evidente comunque che solo la stagione sportiva potrà dirci il vero valore di McNeace e se le qualità che noi abbiamo visto in lui, saranno quelle che ritroveremo sul campo. Per il resto c’è ancora molto da lavorare ma sono fiducioso si possa completare finalmente la telenovela sul playmaker italiano. Ci manca ancora un altro giocatore italiano ma stiamo da tempo lavorando su un ragazzo giovane di prospettiva e abbiamo un paio di opzioni. Penso che nel giro di una settimana si riuscirà a finalizzare anche quello”.

All’appello mancano ancora gli altri americani, i tempi per chiudere saranno più dilatati?

“Sì, mancano i tre americani, due dei quali da quintetto, un esterno con tanti punti nelle mani e capacità comunque  di creare situazioni di pick and roll, un 4 alla Daulton Hommes, quindi uno “stretch four” e poi un giocatore che esca dalla panchina e che ci possa dare rotazioni un po’ più ampie rispetto a quelle che avevamo per l’anno scorso.  Quest’anno c’è qualche problema legato alla Summer League che è molto in là, dall’8 al 17 di agosto. Solitamente è un crocevia importante per le ambizioni di molti giocatori americani che sperano di poter fare l’NBA, anche se magari parzialmente, oppure entra a far parte di una squadra in G-League e questo sicuramente non aiuta, però stiamo lavorando su altri fronti e c’è qualcosa che bolle in pentola. Speriamo che si riesca a finalizzare nel giro di pochissimo tempo”.

Ogni tanto torna in auge al nome di Keith Langford?

“Diverse persone a Cremona hanno tenuto nel corso degli anni il contatto con Keith e una frequentazione con lui anche se a distanza. Sicuramente è un giocatore che ha avuto una carriera enorme, è molto legato alle realtà europee da cui ha iniziato la sua carriera, come Cremona e Biella. Le voci che rimbalzano in questo momento hanno un fondamento molto limitato, però in effetti un canale aperto c’è sempre stato e non si sa mai che in qualche maniera si possa concretizzare. Dubito molto perché non è sempre facile riuscire a far conciliare quelli che sono i sogni e i desideri di un giocatore di poter rivestire la maglia di una squadra con cui ha iniziato con la realtà. Però corrisponde a un profilo che stiamo cercando”.

Il pensiero non può in questo momento non andare all’avventura dell’Italbasket a Tokyo 2020, con coach Galbiati sulla panchina azzurra come vice di Meo Sacchetti

“In verità pensavo di avere un’estate più tranquilla dal punto di vista della capacità di poter pianificare la prossima stagione e invece ci ritroviamo in una situazione, diversa sicuramente per tanti aspetti da quella dell’anno scorso, non ultimo quello della continuità del progetto, ma simile per alcune difficoltà che ci troviamo a incontrare. Non avere l’allenatore ci crea sicuramente difficoltà, ma comunque non è assolutamente paragonabile alla soddisfazione per noi appassionati di pallacanestro dei risultati che ha ottenuto quest’estate nel preolimpico la nazionale che torna dopo tanti anni alla massima competizione internazionale, quella di più grande visibilità. Penso che sia molto bello e molto importante per tutto il movimento. Paolo lo sento comunque quotidianamente in videochiamate su whatsapp e devo dire che è super eccitato dall’atmosfera, dall’ambiente e da questa esperienza che sta che sta vivendo, sicuramente unica. Sono convinto che nonostante questo gli farà sacrificare buona parte delle sue vacanze, sia un compromesso che gli fa talmente tanto piacere che non ci voleva e non ci poteva credere neanche lui solo 12 mesi fa quando è partita l’avventura con con Cremona. Devo dire che più di una volta ha espresso ringraziamenti nei confronti della società che gli ha dato l’opportunità di poter sedere sulla panchina della Vanoli Cremona come capo allenatore perché gli ha aperto poi questa strada e questa opportunità grandissima, eccezionale nel panorama cestistico. Capita a pochi allenatori di poter rappresentare la propria nazionale a una manifestazione così importante”.

Cristina Coppola

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