Il modello Reyer Venezia Continuità e conferme per vincere
In un campionato che non smette mai di cambiare panchine e roster durante e post stagione, la Reyer rappresenta un caso più unico che raro. Il risultato sono 4 trofei nelle ultime 4 stagioni e una presenza fissa nei piani alti della classifica. Non si può che iniziare da Coach De Raffaele, in panchina dal 2011 prima come vice allenatore e dal 2016 come capo tecnico.
Parte della qualità di Venezia è anche merito dei suoi senatori: Michael Bramos, a Venezia dal 2015, capitano e elemento chiave di molti successi. Il leader silenzioso che farebbe comodo in qualsiasi spogliatoio. Mitchell Watt centrone protagonista in entrambi i lati del campo e in maglia Reyer dal 2017. Austin Daye, uno dei giocatori più silenziosi del campionato quando si tratta di dominare e sopratutto vincere: MVP delle Finali di Serie A (2019) e MVP di Coppa Italia (2020). In casacca orogranata dal 2018. Dei 15 giocatori a roster nella passata stagione ne sono stati confermati 11.
I meccanismi vedono difesa e ripartizione delle responsabilità offensive come peculiarità, con diversi interpreti in grado di caricarsi la squadra sulle spalle. Il sistema veneziano punta su un collettivo che può e deve prevalere sui singoli. Nel campionato italiano nessuno si conosce come la squadra targata Umana, una conoscenza che si è costruita negli anni dove ognuno conosce lmiti e pregi dell’altro.
Ma Venezia non è tutto sistemi ed ingranaggi, quando è necessario le notevoli qualità dei singoli sanno emergere: Daye in questi anni è prepotentemente emerso in quelle situazioni in emergenza. C’ è sicuramente il rischio dell’appagamento per un gruppo che dovrà dimostrare di avere ancora fame, ma anche qui la filosofia organizzativa non è mancata: Casarin, Tonut e Fotu, giovani al servizio di un gruppo navigato ed esperto pronti ad imparare e ricevere il testimone. Se poi parliamo di Tonut, ha dimostrato di essere già incisivo.
Lorenzo Scaratti