Ripartenza dei campionati, Ghirelli (Lega Pro): 'Non siamo in grado di tornare a giocare'

Che il clima all’interno della Lega Pro non fosse dei migliori dopo il Consiglio Federale di ieri, mercoledì 20 maggio, era evidente sin da subito, considerando che il presidente Francesco Ghirelli all’uscita dall’assemblea aveva solo dichiarato: “Chiedete a Gravina”. Anche perché la posizione portata dallo stesso Ghirelli in Consiglio era chiara: stop al campionato, nessuna retrocessione né ripescaggio e 4 promosse in Serie B. Un’ipotesi che già quando ventilata aveva fatto infuriare le altre componenti federali, a partire dalla Lega di Serie B. La stessa Pergolettese aveva più volte ribadito la propria posizione, coincidente con quella poi assunta dalla Lega Pro.
In una nota, in ogni caso, il presidente della Lega Pro è stato chiaro: “Devo parlare il linguaggio della verità: quello che è uscito dal Consiglio federale non mi soddisfa per nulla. La Serie C ha una sua evidente specificità nel campo professionistico, altrimenti non si capirebbe perché ci sono A, B ed appunto Serie C. Noi non siamo in grado di tornare a giocare, ce lo hanno detto anche i sessanta medici sociali, dovevamo fare gli ipocriti e non parlare il linguaggio della verità? Il calcio va veramente riformato nella sua cultura. Noi non siamo in grado di assicurare la certezza delle misure per salvaguardare la salute. Quello che si sa del nuovo protocollo ci porta a dire che sarà ancora più dura per i nostri club. Mi auguro che io abbia torto rispetto alla situazione”.
“Discuterò ancora una volta – ha concluso Ghirelli – con i presidenti con la stessa chiarezza con cui l’ho fatto da sempre. Poi qualcuno può andare a sollecitare scrivendo lettere per giocare i playoff. Playoff e play out si potrebbero disputare? Abbiamo votato alla luce del sole, né torneremo a discutere. Io non voglio sfidare nessuno, non c’è una lotta di potere, almeno per me conta solo la Serie C, i valori del calcio e al primo posto c’è la salute. La mia intenzione è di proteggere gli interessi di tutti i club, valgono gli interessi generali e non quelli di qualcuno“.