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Il giro del mondo di Desalu: 'Obiettivo Tokyo, ma voglio meritarmelo'

“Nella testa c’è sempre Rio. Io voglio arrivare lì”. Un piccolo lapsus accompagna Fausto Desalu: perché lui a Rio de Janeiro c’è stato già, nel 2016 per le Olimpiadi brasiliane, e adesso il desiderio porta a Tokyo, dall’altra parte del planisfero, in Giappone, dove saranno organizzati i Giochi 2020. Non cambia la sostanza: il sogno è l’Olimpiade, appunto, e Fausto – lapsus a parte – ha già il pass in tasca, senza per questo scomporsi o distrarsi. “Sono 17esimo nel ranking mondiale e questo mi basterebbe, perché passano oltre 50 tempi, ma per essere sicuro – spiega – vorrei fare il minimo che si ottiene da settembre 2019 a giugno 2020: il tempo da battere è 20’’24, il mio personale è 20’’13 ma in stagione mi sono fermato a 20’’26. Diciamo che mi manca un piccolo passo per avere una doppia ipoteca sulla mia partecipazione ai Giochi. E per sentirmi completamente a posto in coscienza, senza pensare di vivere di rendita”.

Prima di Tokyo c’è Doha, in Qatar, per il Mondiale che parte il 27 settembre e durerà fino al 7 ottobre. Fausto guiderà la spedizione azzurra della velocità dopo avere ben figurato nell’International Cup, ossia nella sfida Usa-Europa, andata in scena a Minsk, prima edizione di un duello ripreso dagli anni Sessanta. “Sono arrivato secondo, con un tempo alto, e sono soddisfatto a metà: per vincere avrei dovuto sparare a Guliyev, che sta correndo da fenomeno. Quindi il secondo posto è stato ottimo, dato che ho lasciato indietro tutti gli americani. E’ vero che sono gli atleti rimasti fuori dal Mondiale con i recenti Trials, ma avevano comunque un personale, ottenuto poche settimane fa, più basso del mio, dunque è stata una bella soddisfazione. La pista era veloce, io credo di avere corso bene, il mio tempo di 20’’66 è stato un po’ più alto del previsto anche per le condizioni meteo, dato che abbiamo gareggiato dopo una giornata di pioggia. In generale non ci sono stati record o “temponi”, il che significa che il contesto non era dei migliori e non favoriva prestazioni super. E poi c’è un altro aspetto di cui tenere conto”.

Ossia? “Quest’anno i Mondiali sono stati organizzati a fine settembre e inizio ottobre, anziché a luglio o agosto come al solito: questo ha un po’ ‘incasinato’ il percorso di tutti gli atleti, tolti i 3-4 fenomeni a livello planetario che hanno in questo momento una marcia in più. Noi italiani, ad esempio, oltre ad avere un calendario più denso, lungo e intenso, abbiamo dovuto cercare due picchi di prestazione: il primo per i Mondiali delle staffette a Yokohama, dove abbiamo qualificato tutte e cinque le nostre squadre, e il secondo appunto per Doha. Abbiamo fatto gli straordinari, insomma. Non è un caso che quest’estate non vi siano praticamente stati record in alcuna disciplina. Mi aspetto di vederne una caterva, invece, proprio a Doha, al netto dell’incognita meteo. Ci saranno 40° C, anche se un maxi condizionatore montato nello stadio porterà la temperatura a 24° C: sarà decisamente particolare e insolito, ma vale per tutti, dunque questo non favorirà nessuno”.

L’obiettivo reale quale è? “Passare due turni e dunque approdare in finale: l’atletica non è matematica, non c’è nulla di scientifico: ma diciamo che con 20’’20 l’ultimo atto dovrebbe essere assicurato. Io punto a superare batterie e semifinali e poi giocarmela. Vorrebbe dire partire di slancio verso la nuova stagione, fissando Tokyo come obiettivo ben preciso. Tecnicamente sto provando a migliorare in partenza, perché l’arrivo e il rettilineo finale restano il mio asso nella manica, come si è visto pure a Minsk: se riesco a fare il salto di qualità nei primi metri, allora posso dire la mia. Sto cercando di pormi target ambiziosi, non perché mi piaccia esagerare, ma perché questo mi aiuta ad alzare l’asticella e cercare sempre il meglio”. Da Minsk a Doha a Tokyo. Dopo esser già stato a Rio, che torna nella mente di Fausto, sotto forma di lapsus, come il ricordo più dolce. “Un bel giro del mondo, vero? Speriamo di completarlo e di meritarlo!”.

Giovanni Gardani

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