Basket

Burns: "Gigi mi dice di tirare,
con la sua fiducia cresce la mia"

Christian Burns e la squadra nello spogliatoio con il presidente Aldo Vanoli

I galloni da capitano non gli pesano, anzi, Christian Burns si presenta a Basket&co con il sorriso di chi ha guidato la Vanoli dentro una serata solida, la terza vittoria consecutiva, e con la lucidità di chi non perde di vista la rotta. Non risparmia, scherzando con i conduttori della trasmissione di CR1, qualche parola in italiano a inizio intervista, ma poi torna serio per analizzare la partita vinta con personalità sua e della squadra. Ancora una volta, nonostante i quarant’anni compiuti, ha saputo dosare energia ed esperienza nei momenti chiave del match.

“Essere capitano di questa squadra è molto importante – ammette -. Sapevamo la situazione prima della palla a due: Treviso senza Weber e poi anche senza Pinkins. Proprio per questo dovevamo restare ancora più concentrati. Quando pensi che manchi un loro giocatore chiave puoi rilassarti e sbagliare. Invece siamo rimasti focalizzati: era una partita importante per costruire. Stiamo provando a dimostrare che tutti si sbagliano su di noi e questa è quasi una super-forza. All’inizio in tanti ci mettevano ultimi: va bene, ho giocato in squadre così e puoi fare cose incredibili. Ora ci godiamo questa vittoria e da domani pensiamo a Cantù”.

L’avvio non è stato semplice, 30 punti concessi nel primo quarto, poi la sterzata: “Abbiamo capito che dovevamo cambiare intensità e qualche dettaglio dello schema difensivo. Dopo il primo quarto abbiamo alzato il volume dietro e abbiamo trovato un po’ di spazio anche in attacco, spingendo di più la transizione. Da lì la partita è girata”.

Il PalaRadi fa la sua parte e Burns lo sottolinea: “Si sente. Noi sentiamo i nostri tifosi e sentiamo che la passione sta crescendo man mano che giochiamo meglio. Ogni settimana, ogni vittoria, tutti si alzano in piedi e si sentono coinvolti. È bellissimo”.

I suoi 10 punti sono arrivati in un momento chiave, a inizio secondo quarto, quando serviva cambiare ritmo: “L’idea è semplice: chi entra dalla panchina dev’essere pronto a fare qualcosa per la squadra. Se chi parte non trova subito la partita, devi alzarti e dare un impatto. Questo è il mindset del gruppo e al momento sta funzionando”.

Capitolo tiro da tre, con un filo diretto con coach Brotto: “Io sono un tiratore. Non m’importa cosa si dica: sono un tiratore. Gigi mi dice ‘tira la palla’, e con la sua fiducia costruisco anche la mia. Lavoro tutta la settimana per questo: mi sento bene, tirerò quando c’è da tirare”.

Su Ousmane Ndiaye, autore di 16 punti e 9 rimbalzi: “Sono felice per lui e per tutti i ragazzi. A volte si mettono un po’ di pressione addosso, quindi è importante quando giocano bene. Così cresce la fiducia, ed è fondamentale per noi perché siamo una squadra giovane. Gigi è bravo a dare fiducia”. Su Tj Jones: “Sta giocando con grande confidenza. A questo livello la fiducia è quasi tutto, e si vede”.

Sugli orizzonti, il capitano tiene il profilo basso ma deciso: “Abbiamo obiettivi chiari tra di noi, ne parliamo nello spogliatoio. È presto per parlarne fuori: ogni partita conta. Adesso c’è Cantù, poi Trento. Pensiamo a Cantù, poi a Trento. I nostri obiettivi? Li teniamo dentro, ma potete immaginare quali siano“.

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