Calcio

Cesare Prandelli a Crema:
giovani, calcio e fantasia

Prandelli insieme agli allenatori cremaschi

Una serata da incorniciare quella organizzata dal Comitato Organizzatore del Trofeo Dossena presieduto da Angelo Sacchi, che in sala Alessandrini ha coinvolto un parterre di primissimo piano, per parlare di calcio, fantasia, prospettive, giovani, davanti ad una platea composta in larga parte da allenatori cremaschi e del territorio. Ospite d’eccezione Cesare Prandelli, che da queste parti è di casa, ma che è sempre un piacere ascoltare per il garbo, la competenza, la passione, la saggezza, che ne hanno caratterizzato la carriera e che tra qualche settimana potrebbero tornare a disposizione del calcio italiano, con un incarico di direzione tecnica della Figc. Con lui al tavolo dei relatori gli ex calciatori Filippo Galli e Giancarlo Finardi, entrambi con una lunga e apprezzata esperienza nei settori giovanili, ed il cremasco Adriano Cadregari, ex allenatore nonché docente del settore tecnico Figc di Coverciano. A scandire i diversi interventi il giornalista de La Gazzetta dello Sport, Luca Bianchin e nel corso della serata anche Marco Civoli, per tanti anni giornalista di punta de La Domenica Sportiva e telecronista delle partite della nazionale.

Non servono presentazioni per mister Prandelli, un passato da calciatore, dall’Atalanta alla Cremonese, alla Juventus di Trapattoni, cui ha seguito una carriera da allenatore, dal settore giovanile orobico alle prime squadre di Fiorentina e Parma per citarne qualcuna, fino alla nazionale, che ha guidato all’Europeo del 2012 e al Mondiale di due anni dopo, l’ultimo disputato dagli azzurri, con in rosa forse due degli ultimi talenti che il calcio italiano ha saputo esprimere, come ha confermato lo stesso tecnico di Orzinuovi nel corso della serata: Mario Balotelli e Antonio Cassano.

“La fantasia è un posto in cui ci piove dentro”, cita Italo Calvino in apertura Luca Bianchin, ed in effetti la fantasia anche nel calcio è un qualcosa che ciascuno può interpretare a modo suo. Ed in quest’ambito gli organizzatori hanno voluto dare alla serata proprio un titolo significativo: “Non rinunciamo alla fantasia”, che poi significa tornare alla semplicità del calcio, quello genuino di un tempo, che metteva al centro il gesto tecnico, la qualità del giocatore, anteponendolo a schemi e tatticismi, tutti elementi che hanno contribuito nel tempo a rendere questo sport noioso per chi lo guarda, poco motivante per chi lo pratica e risultati alla mano, poco vincente rispetto a una ventina di anni fa.

“Gli allenatori talvolta contribuiscono a togliere autonomia ed invece dovrebbero mettersi in discussione” , osserva mister Cadregari e gli fa eco l’ex rossonero Galli, “la tecnica è uno strumento non un obiettivo”. Ma come contribuire a far tornare i ragazzi a fare un gesto tecnico naturale, qual è quello di saltare l’uomo, si chiedono tutti, ricordando la “palestra” che era l’apprendimento attraverso il gioco di strada.

Sono tante le figure che ora gravitano nel calcio, dai bambini, ai settori giovanili, fino alle prime squadre: “Sì è cambiato il mondo – dice Finardi – ma fa riflettere vedere bambini di 12 anni che in una partita in 40 minuti non saltano l’avversario”. Tecnica e sistemi di gioco, per Prandelli: “Noi adesso ci siamo innamorati dei sistemi di gioco, ma in realtà se si vede una partita di calcio, cosa ti rimane impresso nella memoria, non ci sono più i gesti tecnici, le giocate”, commenta l’ex ct azzurro. Ma qual è l’alfiere della fantasia, chiede Bianchin ai presenti: per Cadregari non è altro che il classico colpo inaspettato, il colpo di genio come quelli che giocatori come Pirlo riuscivano a fare illuminando gioco e partita, e che adesso si vedono molto raramente.

Nel calcio di oggi per Prandelli, un giocatore di fantasia è Lookmam dell’Atalanta, Marco Civoli ricorda invece Ronaldo ai tempi dell’Inter, ma tutti concordano nel dire che sono veramente pochi i giocatori italiani che rispondono a queste caratteristiche, la conferma delle difficoltà del calcio italiano, che poi si traducono nei risultati negativi delle nazionali. La fantasia è il tema della serata, e non poteva mancare la domanda sui numeri 10, quei giocatori dalla tecnica e dalla creatività superiori al resto della rosa, che in tutte le squadre fino a una trentina di anni fa erano presenti, così come l’estro di chi indossava la maglia numero 7, riprendendo la poesia di De Gregori, e che oggi non c’è più: in Italia le motivazioni sono tante dice Prandelli, ricordando la finale di Supercoppa Italiana nel 2010, quando da poco era arrivato alla guida della nazionale: “In campo, due formazioni italiane che in realtà avevano solo due italiani tra gli undici titolari, il problema comincia da lì, e c’è bisogno di fare qualcosa a tutti i livelli – insiste Prandelli – nel calcio di oggi poi c’è molta rigidità, molte situazione di gioco ripetute, se noi non siamo riusciti a produrre un attaccante in 15 anni, vuol dire che il settore giovanile non ha funzionato – e aggiunge – il bambino dev’essere libero di giocare, non si può frenare un bambino, vedo allenatori che a 8 anni se il bambino fa un gesto tecnico particolare lo invitano a passare la palla, ma se uno è bravo salta l’avversario, se ha meno tecnica, passa la palla”, ricorda in dialetto un vecchio insegnamento di un maestro del settore giovanile atalantino.

“Il bambino impara vedendo, a 8-10 anni devono avere la base tecnica”, concordano tutti, ma i ragazzi non giocano più, incalza Cadregari: “Vale la pena allora nei settori giovanili perdere tempo con gli esercizi e mettere da parte il gioco, se questi sono i risultati?” Tra le domande del pubblico, spazio per l’esasperazione della tecnologia, l’uso dei telefonini, il calcio parlato che “è insopportabile” dice Prandelli ed anche qualche consiglio per i mister cremaschi da parte di Cadregari: “Usate il gioco, per conoscere il gioco ed i giocatori, non fatevi travolgere dalla ricerca degli esercizi in allenamento”.

Quanto al Dossena, svelati i due gironi, ormai la macchina organizzativa corre spedita: a fine mese ci sarà la presentazione della kermesse presso la sede di regione Lombardia a Milano con la sottosegretaria con delega allo sport Federica Picchi, cui seguirà il 5 maggio, il Galà di presentazione al San Domenico.
Ilario Grazioso

 

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