Basket

Mission impossible Udine
alla Juvi serve l'impresa

Mission impossible? Quasi, ma a sette gare dal termine della stagione regolare, la Ferraroni Juvi Cremona non può permettersi il lusso di fare calcoli. Domenica alle 18 al PalaRadi arriva Udine, capolista con merito al di là dell’eliminazione in coppa Italia, un’autentica corazzata lanciata verso la promozione diretta e con la ferma intenzione di rispondere alla vittoria di Rimini nell’anticipo contro Pesaro.

La sconfitta di Brindisi e i relativi strascichi vanno assolutamente digeriti e dimenticati, con la consapevolezza che servirà una prestazione sopra le righe per provare ad impensierire la prima della classe, macchina ben oliata nonostante le due sconfitte consecutive tra campionato e coppa, arrivate tuttavia in emergenza.

Nonostante i miglioramenti, capitan Lorenzo Tortù è ancora lontano dal poter tornare in campo, motivo ulteriore per gli oroamaranto per dare tutto, magari trovando risorse preziose da un Eric Washington con una settimana in più di lavoro nelle gambe.

Il primato di Udine si legge anche nei numeri: primo attacco ad oltre 83 punti di media, terza per rimbalzi, prima per tentativi da tre punti e seconda per percentuali. Squadra solida e molto attenta all’equilibrio, che nel corso della stagione ha aggiunto al roster altre due pedine di qualità come Simone Pepe e Rei Pullazi.

Coach Vertemati, per centrare il bersaglio grosso, ha a disposizione talento, fisicità e profondità in ogni ruolo, caratteristiche che la Juvi dovrà cercare di tamponare rispondendo con l’energia e cercando di reggere l’impatto fisico per rimanere aggrappata alla partita.

Poi c’è Anthony Hickey, probabilmente il miglior playmaker del campionato, realizzatore sopraffino ma anche cervello dei friulani, oltre che fulmineo ladro di palloni. Molte delle fortune juvine passeranno dal saperlo limitare, ma purtroppo per gli oroamaranto tra le fila della capolista possono pungere in tanti, compresi gli ex Vanoli Alibegovic e Caroti.

Il futuro è tutto da scrivere, ma la classifica non mente mai e la zona playout è tornata ad essere realtà. Per uscirne servono punti, e ormai l’avversario non conta più.
Alberto Guarneri

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