La Vanoli a Reggio Emilia
per sorprendere e confermarsi

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Battere Scafati, per la Vanoli Cremona, era l’unico modo per non vedere il treno salvezza allontanarsi drasticamente. Ora tuttavia, al netto di qualche differenza canestri che ancora non sorride, serve per forza qualche colpo fuori dai pronostici per tenere viva la fiammella della speranza. Ecco quindi che Reggio Emilia diventa un’altra tappa fondamentale del cammino biancoblu.
Meglio non farsi illusioni: la Unahotels è squadra da playoff. Lo racconta la classifica, che vede Vitali e compagni nel terzetto a quota 20 a ridosso delle prime della classe, e lo conferma anche il roster a disposizione di coach Priftis, profondo, completo e con talento in tutti i reparti, cui rispetto alla gara d’andata è stato aggiunto nientemeno che “The Manimal” Kenneth Faried.
Era la seconda giornata, l’esordio casalingo per la Vanoli Cremona, che tra le proprie fila annoverava ancora Phil Booth e Paul Eboua e che si arrese 74-77 dopo un tempo supplementare. Un ko numericamente onorevole, ma basta addentrarsi un poco nelle pieghe della partita per ricordarla come la prima grande occasione persa per la Vanoli. Un match iniziato alla grande, mettendo in difficoltà la Reggiana nel primo quarto con percentuali sfavillanti e provando la fuga a cavallo tra terzo e quarto periodo, con un vantaggio in doppia cifra propiziato da un paio di missili di capitan Lacey. Poi successe di tutto, anche l’imponderabile citando le dichiarazioni dell’epoca.
Ad esempio un sanguinoso 0/3 ai liberi a 4’ dalla fine che negò un allungo potenzialmente decisivo, ma anche un comodo appoggio da sotto rifiutato preferendogli un complicato scarico sul perimetro, senza dimenticare le diverse occasioni di sorpasso gettate al vento a causa della ira sbilenca dalla distanza.
Una gara da dimenticare insomma, anche se va detto che la Vanoli per larghi tratti giocò alla pari contro una squadra costruita per obiettivi ben diversi da quello della salvezza.
Cremona arriva alla rivincita con tanta voglia di confermarsi dopo il fondamentale successo contro la Givova, conscia della difficoltà della partita ma col desiderio di dimostrare che i due successi su quattro gare dell’era Brotto non sono un caso. Con un Tariq Owens ritrovato e ora vero leader – anzi, “faro”, per dirla con l’allenatore biancoblu – tecnico ed emotivo ed un Payton Willis di nuovo pronto a caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti topici.
Non basteranno i singoli contro la Reggiana: servirà una gara di spessore da parte di tutti, magari ritrovando per strada la mano dalla distanza di un Dario Dreznjak che nelle ultime due uscite ha messo insieme uno 0/10, ma soprattutto mettendo in campo fisicità e concretezza, contro una formazione che è seconda per rimbalzi e terza per punti subiti.
La corsa si è riaperta, ma per tenerla viva servono punti, a prescindere dagli avversari. E Raggio Emilia, con buona pace degli ex Barford e Gallo, non fa eccezione.
Alberto Guarneri