Ripartire dallo sport: il progetto
per chi affronta la disabilità
In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, proclamata nel 1981 con l’obiettivo di promuovere i loro diritti e ribadendo il principio di uguaglianza e la necessità di garantire loro una piena ed effettiva partecipazione alla vita politica, sociale, economica e culturale della società, abbiamo intervistato il referente di Cip Inail per la provincia di Cremona, Roberto Bodini: “Il mio compito è portare più persone possibili a fare attività sportiva, consapevoli di quanto sia fondamentale per chi ha questi problemi. Se parliamo di numeri, in questo ultimo anno e mezzo siamo riusciti a portare circa una decina di persone dalla poltrona a fare attività fisica. È un risultato enorme, perché prima queste persone non uscivano di casa”.
In Italia, le persone con disabilità rappresentano una parte significativa della popolazione, superando i 3 milioni. Secondo l’Istat, solo l’11% di chi ha disabilità gravi pratica sport, una percentuale che sale al 23,4% tra coloro con limitazioni meno severe. In confronto, il 40,8% della popolazione senza disabilità partecipa ad attività sportive. Questo divario sottolinea la necessità di promuovere l’inclusione nello sport, che non solo migliora la qualità della vita, ma favorisce anche l’integrazione sociale.
“Il fatto di essere riusciti a trovare strutture e istruttori per loro, è stato un lavoro impegnativo, ma gratificante – prosegue Bodini -. I risultati si vedono, e li abbiamo visti anche di recente, durante un convegno in cui persone con disabilità hanno condiviso la loro esperienza con i partecipanti. Questo, per me, è un obiettivo importante che dobbiamo continuare a perseguire e far crescere. La prossima settimana, per esempio, avrò altri due incontri con persone interessate a iniziare attività sportive. Cercheremo di capire quali discipline preferiscono, in base alle loro inclinazioni. Questo passaggio è fondamentale per il successo del mio lavoro: portare queste persone fuori di casa e far vivere loro lo sport il più possibile“.
I Giochi Paralimpici, con un numero sempre crescente di partecipanti e discipline, dimostrano come lo sport possa abbattere barriere e ispirare milioni di persone in tutto il mondo.
“In merito all’età, posso dire che la persona più giovane ha circa 40 anni. Sono principalmente persone che provengono dall’INAIL, quindi dal mondo del lavoro, spesso a seguito di incidenti. Ci sono però anche persone più giovani, che hanno avuto incidenti o malattie, e che affrontano queste discipline con consapevolezza e determinazione, sapendo di poter dare il massimo. Alcuni di loro mirano persino a entrare nel mondo paralimpico“.
Cristina Coppola