Delegato Coni per Cremona
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Due vittorie su due per Eugenio Corini, con la Cremonese che nell’ultimo turno ha recuperato 2 punti su Pisa e Spezia, fermate sul pareggio. I grigiorossi non si vogliono fermare, ma nel turno infrasettimanale dovranno fare i conti con un Modena che venderà cara la pelle. Gli emiliani hanno ottenuto soltanto 2 punti nelle ultime quattro partite e sono sprofondati in zona playout. Bisoli si giocherà la panchina contro la sua ex squadra e nella sfida di sabato prossimo contro lo Spezia. Corini, però, non si fida del Modena in crisi.
“Se andiamo a vedere le ultime tre partite del Modena – ha dichiarato in conferenza stampa Corini – possiamo dire che: in casa contro la Sampdoria la gara è stata viva fino alla fine e, sull’1-0 per i blucerchiati, gli emiliani hanno avuto una grande occasione per poter pareggiare; contro il Palermo, il Modena è andato sotto ma poi ha avuto una grande reazione riuscendo a pareggiare; contro il Sassuolo, la squadra di Bisoli ha avuto la possibilità di passare in vantaggio e sul 2-0 ha avuto un’occasione con Caso che avrebbe riaperto la partita. Abbiamo quindi piena consapevolezza del valore del Modena, del momento che stanno vivendo, non soddisfacente a livello di risultati, ma a livello di prestazioni si tratta di una squadra che sta facendo vedere belle cose. In più c’è un mister importante come Bisoli, che fa questa categoria da tanti anni e che guida una rosa di assoluto valore, con alcuni elementi importanti recuperati nell’ultimo periodo”.
Dopo la gara ravvicinata con la Salernitana, dobbiamo aspettarci tanti cambi? Come sta la squadra?
“La squadra in assoluto sta bene, si scende in campo a 72 ore di distanza, ci alleneremo oggi pomeriggio e domani mattina prima di partire per Modena, per fare le ultime valutazioni sul recupero da parte dei miei calciatori. Qualche cambiamento ci sarà, però non mi piace rinnovare profondamente la squadra, perché poi con i cambi potrò sostenere durante la gara qualche giocatore che potrebbe andare in fatica”.
Contro la Salernitana abbiamo visto una squadra concreta, con meno possesso palla. Alla fine quello che conta è il risultato. Concorda?
“Il possesso palla della Salernitana, grazie alla nostra disposizione, non è mai riuscito a prendere velocità. In fase difensiva abbiamo sofferto poco, a parte il gol su palla inattiva e l’occasione di Tongya nella ripresa respinta da Fulignati. Se andate a vedere tutte le nostre azioni sono coordinate e sviluppate in una certa maniera. A volte non siamo andati a finalizzare l’azione con il tiro in porta, ma la situazione creata era quella giusta. Secondo me abbiamo fatto tante cose buone. E’ l’inizio di un percorso. Vedo delle cose che possono diventare anche un valore assoluto per noi in prospettiva”.
Ha notato progressi in termini di velocità nella costruzione della manovra?
“C’è un concetto legato al recupero della palla: la prima idea è andare verso la porta avversaria e se non ci riesci devi consolidare il possesso, prenderti a volte un tempo, ma questo aspetto per me è stato fatto bene. Nella seconda parte del primo tempo e per tutto il secondo tempo la squadra ha saputo uscire dalla pressione della Salernitana in maniera pulita e prendere velocità, nonostante il loro pressing fosse anche nella nostra metà campo. La nostra, nei primi 20-25 minuti è stata una fase d’attesa su cui avevamo lavorato ma non siamo riusciti nel recupero palla ad essere qualitativi, poi siamo cresciuti, abbiamo messo palla a terra iniziando a palleggiare e, uscendo bene dalla pressione, sia in questa fase sia in quella che poi ha messo la palla a terra, ha cominciato a palleggiare, abbiamo preso velocità nel gioco offensivo costruendo situazioni da gol”.
Nel secondo tempo ha inserito Castagnetti e passando al 4-3-3 la Salernitana si è spenta. E’ un sistema di gioco che potremo vedere dall’inizio?
“Spesso vi ho parlato di conoscenza, di occupare gli spazi, di riempirli o svuotarli. Per me questi sono aspetti fondamentali e le caratteristiche di un giocatore possono spostare gli equilibri da una parte o dall’altra. E’ un sistema che abbiamo in testa e che la squadra sa sviluppare bene: è solo come si muove quel giocatore, che a volte può essere sotto la punta, a volte deve fare altro, a determinare. Come a volte possiamo usare punte esterne di raccordo e altre elementi più qualitativi nella fase offensiva, terzini d’assalto e terzini che possono essere un pochino più di contenimento: tutti questi aspetti possono variare il tema della squadra facendoci iniziare in un modo e finire in un altro. Essere duttili è importante”.
Con la Salernitana si potevano segnare più gol: il peccato del passaggio in più, del colpo di tacco in mezzo al campo come sono valutati dall’allenatore?
“Sono passato al 4-3-3 perché volevo più palleggio e sapendo che affrontavo un sistema identico ho fatto quella scelta in quel modo: consolidando il possesso abbiamo difeso bene. Castagnetti l’avevo visto bene e avevo pensato a lui già a inizio secondo tempo ma Pickel era in una condizione atletica totalmente diversa e dunque in quel momento ho preferito nel 4-2-3-1 puro avere un centrocampista che avesse una corsa, un dinamismo diverso da quello che per caratteristiche può avere Casta. Strada facendo l’ho letta così per dare alla squadra più personalità nell’uscita bassa e attaccare con due punte esterne e una punta centrale con caratteristiche diverse da quella di Bonazzoli che è più elemento di di raccordo rispetto a Nasti. Sono queste le letture che andiamo a sviluppare per avere una strategia che sia la più corretta. Rispetto all’altro tema penso che ai giocatori d’attacco qualcosa si possa concedere in determinate zone di campo, quando arriviamo nell’ultimo terzo invece è giusto rischiare l’uno contro uno, rischiare la giocata, avere una visione se è meglio un filtrante rispetto o una conclusione personale. Abbiamo sviluppato bene in catena laterale, siamo andati a crossare con facilità creando tante situazioni da gol. Ai giocatori che hanno fantasia qualcosa bisogna concedere dove possono rischiare la giocata in più”.
Ha parlato tanto di Bonazzoli, quanto gli ha dato il gol che ha segnato?
“Federico dal punto di vista atletico può crescere ma ha qualità e l’azione del gol del 2-0 è significativa della disponibilità della squadra di fare battaglia insieme. Lui è un giocatore su cui confidavamo e sapevamo che era un valore assoluto, ha avuto bisogno anche lui di una prova da campo, l’ha superata brillantemente e adesso questo percorso va alimentato consolidando la sua condizione atletica e lo spirito che è stato quello giusto”.
La Cremonese non deve aspettarsi un Modena chiuso, è d’accordo?
“Assolutamente, hanno tanti giocatori con attitudine offensiva: da Palumbo a Bozhanaj, da Caso a Defrel a Gliozzi. E’ una squadra costruita per definire una linea che stanno portando avanti. Hanno disputato buone prestazioni al di là dei risultati, da questo punto di vista riuscire in un’ottima fase difensiva diventa un valore assoluto”.
Lei è subentrato e ha fatto subito due su due: quanto è importante per creare delle basi per lavorare positivamente?
“La forza di un allenatore è confidare nel lavoro, che è un aspetto fondamentale; sicuramente nel percorso il risultato crea consapevolezza e accresce l’autostima ed era un altro obiettivo che volevamo centrare, consapevoli che è la fase iniziale di qualcosa che va consolidato e va migliorato. Aver ottenuto due risultati positivi aumenta la fiducia, aiuta nella crescita e nella voglia di andare avanti. Adesso abbiamo questa partita con il Modena che può fortificare questo percorso con una prestazione adeguata e, in coda, anche con un risultato positivo”.
La classifica comincia a essere più definita: Palermo e Sampdoria stanno crescendo, Pisa che si ferma, Spezia che gioca bene ma non vince…
“Hai raccontato cos’è la Serie B: quattro partite scaravoltano la classifica. Quindi l’obiettivo è sempre la partita successiva senza guardare troppo avanti, prendendo atto di cosa si è fatto. La consapevolezza, ottenute queste due vittorie, è che la partita dopo è sempre la più importante. In B quattro partite spostano l’inerzia di un campionato ed è sempre la fase finale, le ultime sei partite, ad essere veramente determinanti. E’ un campionato da dunque lavorare un appuntamento alla volta, essendo in assoluto il più equilibrato a livello nazionale, e forese anche a livello internazionale. Questa è una categoria dove può succedere di tutto fino all’ultimo: dunque l’obiettivo sarà sempre la partita successiva. Per noi è il Modena”.