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Esteban Farias dalla Bissolati
a colpi di pagaia verso Parigi

Esteban Farias, paracanoista italiano di origine argentina, indossa i colori della Canottieri Bissolati con i quali ha vinto 9 medaglie tra Campionati del Mondo e Campionati Europei. Sfumati i Giochi Paralimpici di Tokyo, oggi sta lavorando per conquistare un pass per Parigi.

Come è nata la passione per la canoa?
“Risale al 2014, io giocavo a pallacanestro in una società di Villanova d’Arda, il Bulla Basket, una sera la nostra coach ci ha presentato Filippo Ceretti, allenatore della Bissolati che ci ha parlato della canoa e del suo desiderio di realizzare un nuovo progetto. Tutto è cominciato con le lezioni nella piscina coperta con canoe piccolissime, da polo. Inizialmente non ero molto interessato, mi piaceva più il basket, mi sembrava più grintoso, invece dopo aver iniziato a pagaiare non ho più smesso e mi sono innamorato”.

Com’è andata la prima gara?
“Avrei dovuto partecipare ai Campionati Italiani nel 2015, ma non me la sono sentita. Poi mi sono rimesso in gioco l’anno dopo, all’inizio con difficoltà, ma a settembre ho provato i Campionati Italiani che sono andati molto bene; non ho vinto, ma sono arrivato secondo e terzo nelle diverse distanze. Mi sono divertito e da lì ci ho messo anima e corpo. Nel 2017 c’è stata la prima chiamata nazionale a Castel Gandolfo, bellissima sorpresa e ottima esperienza”.

In azzurro c’è un altro bissolatino, Oreste Perri, vi incrociate?
“Ogni tanto capita, ci fermiamo, parliamo un po’, mi dà qualche consiglio o un’occhiata mentre faccio qualche test. È bello che una persona di quel livello ti possa dare una mano”.

Nove medaglie in competizioni internazionali, qual è la più bella?
“Non è stata una vittoria, ma l’argento all’Europeo nel 2022, perché dietro c’è stato parecchio lavoro faticoso e impegnativo. Arrivavo dall’infortunio del 2021, tanto che non sono riuscito a partecipare a Tokyo, e con alcune difficoltà sono riuscito a conquistare il pass per l’appuntamento continentale, dimostrando che anche in poco tempo potevo arrivare a un secondo posto. Una bella vittoria personale”.

Rinunciare a Tokyo non è stato facile…
“Non è stato facile, vero. Però sono situazioni che possono accadere, poi si guarda avanti. Cè Parigi alle porte e sarà durissima. Ho ricominciato solo da un mese e mezzo dunque mi manca una parte di chilometri in barca e siamo già vicinissimi alle gare di qualificazione di maggio. Stiamo lavorando per quell’obiettivo: siamo fiduciosi e ce la metteremo tutta”.

La concorrenza per ottenere la qualificazione è forte?
“C’è un solo posto e ci sono altri 2 o 3 avversari che mi preoccupano: soprattutto uno spagnolo e un ucraino che si sta impegnando tantissimo. La gara si svolgerà in Ungheria in un campo stupendo che conosco dalla mia prima Coppa del Mondo, dove arrivai secondo. Ci stiamo allenando quotidianamente tra acqua e palestra per cercare di arrivare pronti e conquistare il posto. Per i giochi di settembre c’è poi abbastanza tempo per raggiungere il top della condizione”.

Su cosa state lavorando per migliorare?
“Io guardo spesso atleti della mia categoria o di altre categorie, per capire dove posso rubare qualche piccolo segreto per cercare di fare qualcosa in più: in partenza, nella parte centrale o finale, cose che ti possono aiutare. Con la squadra siamo un gruppo unito e ci confrontiamo spesso tra noi. Il mio punto di forza è la resistenza, quello che mi manca è la parte finale della gara ma il mio allenatore sa come tirarla fuori”.

Cristina Coppola*

 

*da Lo sport cremonese del 24 febbraio

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