Basket

Luca Bechi, coach della Juvi
"giochiamo un basket divertente"

Prima stagione a Cremona per Luca Bechi, coach della Ferraroni Juvi Cremona che ha raccolto il testimone di Paolo Moretti dopo la prima storica salvezza in serie A2. Per lui tutto cominciò da giovanissimo in una regione, la Toscana, e in una città, Livorno, dove si respira passione per la pallacanestro: “Come tanti bambini, cercavo uno sport e iniziai a giocare a minibasket – racconta a “Lo sport Cremonese” – C’era una palestra vicino casa mia e da lì sono partito, passando alle giovanili di Livorno. Durante l’università si accumulavano troppe cose tra gioco, studio e una nuova passione emersa: allenare i ragazzini. Allora decisi, abbastanza giovane, di smettere con il basket giocato per dedicarmi all’allenamento”.

Parecchie panchine dopo lo ritroviamo a Cremona: “Ci eravamo incontrati e avevamo fatto insieme il girone per evitare i playout: io ero a Roma con la Stella Azzurra e con la Juvi eravamo arrivati nelle prime due posizioni. Marco Abbiati, al quale mi lega una lunga conoscenza e tante Summer League, mi ha chiamato; ho incontrato la proprietà e da subito ho avuto la percezione dell’unità di intenti”.

Cremona è una piazza diversa da quelle incontrate in passato: “Nella mia carriera ho avuto la possibilità di lavorare a contatto con tante realtà: squadre che dovevano vincere, squadre che dovevano costruire, giovani, giocatori esperti – spiega – Cremona è al secondo anno di serie A ed è alla ricerca di una identità in questo contesto. La cosa più importante in un campionato così è creare credibilità e io credo che lo stiamo facendo al di là dei risultati sportivi, ma per il modo in cui stiamo in campo”.

E sul pubblico sottolinea: “Dobbiamo incrementare lo zoccolo duro che abbiamo perché è un peccato che non sempre ci sia un grande seguito. Credo che alla fine del campionato, potremo dire che la stagione sarà stata vincente se manterremo la categoria e soprattutto se faremo avvicinare ancora più appassionati a questa squadra”.

La Ferraroni sta chiudendo bene la prima fase del campionato, e, nonostante qualche difficoltà tra infortuni e nuovi innesti, sta regalando  soddisfazioni. “È una squadra, e lo si percepisce, molto attaccata alla maglia e attaccata al progetto. Tutti i ragazzi cercano di dare il meglio. Nelle prime 18 partite abbiamo visto diversi protagonisti emergere dal gruppo, ma sempre rispettando quelle che sono le logiche di squadra. Questa è la nostra soddisfazione.

“Siamo a metà campionato e si nota questo spirito di squadra e credo che sia la cosa più importante”. Ecco spiegato il primo motivo per cui vale la pena, secondo il coach, di seguire da vicino la Juvi: “Cerchiamo di giocare una pallacanestro divertente, basata sul ritmo: qualche volta ci riusciamo, qualche volta meno, anche perché in campo ci sono anche gli avversari e abbiamo visto che sono sempre più forti e sempre più competitivi; più il campionato va avanti e più sale l’urgenza di una vittoria da parte di tutti. Però l’abnegazione del gruppo e la ricerca di un gioco coinvolgente, spumeggiante dove tutti hanno l’occasione di far emergere la propria individualità è l’altro motivo per cui seguirci da vicino”. Bechi è un allenatore che negli anni ha lanciato tanti giovani che poi sono diventati campioni: “Da Aradori a tanti stranieri poi andati in NBA, a giovani americani. Lo stesso allenatore di Casale era un giovane che venne a giocare da noi e poi ha fatto la carriera che ha fatto. I ragazzi ti danno tanto, lavorare con i giovani ti dà tanta soddisfazione perché è vero che fanno più errori, ma ci sono energia ed entusiasmo”.

Dopo Roma il trasferimento a Cremona: “È una cittadina tranquilla, di provincia, devo dire che mi piace perché è a misura d’uomo. C’è una tranquillità positiva. Venendo da Roma direi che sono contento anche semplicemente di arrivare sotto casa e trovare parcheggio, a Roma era veramente una giungla con livelli di stress altissimi”.

Oltre al basket uno sguardo al calcio e una promessa: “Il calcio, mi piace perché è lo sport di tutti. L’anno scorso sono andato allo stadio Olimpico ad assistere a qualche partita, perché sono tifoso romanista. Compatibilmente con gli impegni, andrò a vedere anche la Cremonese, che dopo un inizio un po’ così così sta risalendo le posizioni: la speranza è che arrivi il più in alto possibile”.

Cristina Coppola

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