Il Verona ha vinto la gara con la Cremo sugli esterni
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Come previsto alla vigilia della gara, a determinare l’andamento e l’esito della sfida tra Cremonese ed Hellas Verona sarebbe stata la capacità di dominare le corsie laterali. E così è stato. Pur partendo da principi e sviluppi diversi, entrambe le formazioni hanno negli esterni la propria arma principale per provare a fare male agli avversari.
Il Verona è stato però abile a manipolare l’assetto della Cremonese piegando a proprio vantaggio l’impostazione con le marcature a uomo dei grigiorossi che in molti frangenti hanno scelto di pressare in parità numerica i tre difensori veneti con Buonaiuto, Dessers e Zanimacchia. Raramente però i tre sono risultati efficaci, con uscite non sempre corrette per tempistica e orientamento.
Marco Zaffaroni è stato abile ad utilizzare Ilic (cerchiato in rosso) per far saltare i riferimenti alla Cremonese creando scompensi che a catena hanno permesso all’Hellas di rendersi maggiormente pericoloso. In fase di costruzione il numero 14 gialloblù si allargava spesso sulla fascia destra con Depaoli che costringeva Valeri a rimanere basso e con Kallon ad abbassarsi nel mezzo spazio (cerchiato in giallo). Castagnetti era quindi obbligato a scalare in avanti, ma con molti metri da coprire spesso non riusciva ad arrivare in tempo, mentre Kallon rimaneva in una posizione di conflitto tra Pickel e Lochoshvili, risultando spesso libero.
Anche il gol dell’1-0 che ha spianato la strada al Verona si basa su principi simili: dopo una ribattuta Kallon si impossessa del pallone in area, ma la Cremonese riesce a mantenere la superiorità numerica grazie a Sernicola che – giustamente – lascia Doig libero sulla destra per marcare Djuric: il movimento dell’esterno veneto non viene assorbito da Zanimacchia e sebbene sia risultato ininfluente nello sviluppo dell’azione dimostra come i grigiorossi fatichino ad essere continui quando si tratta di “scambiarsi” le marcature. Lochoshvili accorcia sullo stesso Kallon mentre, complice l’inserimento di Tameze (cerchiato in giallo) non seguito da Pickel, Ferrari si fa attrarre dal pallone senza accorgersi del movimento di Lazovic alle sue spalle (cerchiato in rosso), con Bianchetti che rimane fermo senza attaccare la palla permettendo al capitano gialloblù di stoppare la sfera e battere Carnesecchi.
In una gara in cui il Verona si è dimostrato più pericoloso (1,33 expected Goal* a 0,69) a fronte di un numero di occasioni leggermente inferiore (9 tiri di cui 4 nello specchio contro i 12 di cui 5 in porta dei grigiorossi), la Cremonese è riuscita ad avere un possesso palla leggermente superiore agli avversari: 50,73%, ma frutto soprattutto di un’ultima mezz’ora in cui i gialloblù hanno praticamente rinunciato a giocare per difendere con ordine il doppio vantaggio.
Non è bastata nemmeno la maggiore intensità stagionale nel pressing superiore nel match anche a quella del Verona, segno che la squadra di Alvini ha provato a giocare con la necessaria aggressività. Come detto, però, la formazione di Zaffaroni è stata abile a sfruttare le catene laterali e a manipolare la struttura difensiva dei grigiorossi e, una volta sul doppio vantaggio, si è limitata a difendere con ordine il risultato, complice la scarsa capacità mostrata al Bentegodi dalla Cremonese di rendersi davvero pericolosa dalle parti del portiere avversario Montipò.
Mauro Taino
*Expected Goal (xG): una misura della probabilità che ha un determinato tiro di essere trasformato in gol.
Dati Wyscout S.p.A. (wyscout.com)