Calcio

Casalese e Viadana, deroga della Regione: saranno le uniche due lombarde ad allenarsi e giocare

La Regione Lombardia ha così acconsentito, in questo caso specifico, a fare prevalere l'autorità sportiva rispetto a quella sanitaria, superando un corto circuito che rischiava di mettere in crisi i due club, che per allenarsi avrebbero dovuto migrare fuori regione, con costi importanti (150-200 euro per l'affitto di un campo per due ore di allenamento).

CASALMAGGIORE/VIADANA – Ha fatto il giro dei principali quotidiani nazionali il “caso limite” di Viadana e Casalese, lanciato in anteprima da Cremonasport sabato scorso. Ora però il caso è rientrato: concedendo una deroga e creando un caso praticamente unico in Lombardia. Le due squadre, infatti, potranno regolarmente allenarsi e giocare le partite interne in regione, nonostante lo stop imposto al calcio (sia partite che allenamenti) dall’ordinanza regionale in vigore in Lombardia fino al 6 novembre. Viadana e Casalese, iscritte alla Prima categoria emiliana, hanno ottenuto l’ok dalla Regione Lombardia, dopo l’interessamento dei sindaci Nicola Cavatorta e Filippo Bongiovanni, che erano stati sollecitati a loro volta dai presidenti dei due club Paolo Lodi Rizzini e Paolo Azzi.

Di fatto non ci sarà più necessità nemmeno di fare inversione di campo, rispettando così il calendario della Figc emiliana: in questo modo il Viadana potrà tornare in campo per gli allenamenti (già mercoledì sera) al “Bertolani” e pure per le partite (ma domenica prossima giocherà in trasferta); la Casalese potrà fare lo stesso al campo principale “Icio Ferrari” e agli altri impianti come il “Campo Amatori”. Il provvedimento riguarda le due prime squadre e, per la Casalese, anche l’under19, ossia la ex Juniores, perché questa squadra gioca in un campionato regionale. Il Viadana invece ha una Juniores provinciale, che dunque viene sottoposta al blocco dei campionati deciso nei tornei provinciali dal decreto governativo. La Regione Lombardia ha così acconsentito, in questo caso specifico, a fare prevalere l’autorità sportiva rispetto a quella sanitaria, superando un corto circuito che rischiava di mettere in crisi i due club, che per allenarsi avrebbero dovuto migrare fuori regione, con costi importanti (150-200 euro per l’affitto di un campo per due ore di allenamento).

G.G.

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