Calcio Dilettanti, in Lombardia ancora tutto fermo: il CRL chiede adeguamento a norme nazionali
I campionati dilettantistici di calcio sono ancora fermi e difficilmente si potrà tornare in campo già dal prossimo weekend. Ovviamente, rimane esclusa da questo blocca la Serie D che in concreto, per quanto riguarda il nostro territorio, significa che il Crema 1908 può proseguire normalmente la propria attività. Se è vero che il nuovo dpcm varato dal premier Giuseppe Conte autorizza gli sport di contatto a livello dilettantistico per tutte le categorie regionali (indicativamente fino alla Seconda Categoria di calcio, anche se in alcuni territori è di competenza provinciale, ndr), le Regioni hanno il potere di emettere ordinanze più restrittive.
Nel caso della Lombardia, dunque, rimane in vigore l’ordinanza emessa dal presidente Attilio Fontana che di fatto blocca anche le competizioni regionali. Per questo il Comitato lombardo ha chiesto un incontro urgente proprio con Fontana per chiedere che anche la Lombardia si uniformi alle decisioni del Governo, allentando le restrizioni attualmente in vigore. Il presidente Giuseppe Baretti ha anche inviato una lettera al CONI lombardo e a Regione per manifestare formalmente il proprio dissenso verso l’ordinanza n. 620 con la quale la Regione stessa ha disposto la sospensione dell’attività dilettantistica e giovanile regionale. Il CRL, in particolare, ha esplicitamente formulato le proprie motivazioni a tutela delle affiliate chiedendo un urgente incontro con i vertici della Regione e, comunque, che le disposizioni regionali vengano quantomeno adeguate al DPCM del 18 ottobre poichè, diversamente, la Lombardia rimarrebbe l’unica Regione italiana a chiudere l’attività sportiva.
Oltre alle tempistiche con cui è stata comunicata la decisione, il CRL si dice “esterrefatto”. La decisione finale di chiusura totale rappresenta “uno schiaffo al mondo del calcio e dello sport giovanile e dilettantistico”. “Le società affiliate a Federazioni, infatti – si legge nella missiva, hanno sin dalla scorsa estate profuso sforzi, impegni di personale ed economico per potersi adeguare ai rigidi Protocolli per la ripresa dell’attività, concordati dalla FIGC con il Comitato Tecnico Scientifico e dunque scientificamente validati, al fine di poter operare in sicurezza e per la tutela della salute di tutti i protagonisti. Tale aspetto non è mai stato sottovalutato dal mondo dilettantistico, che per primo si è fermato lo scorso 22 febbraio e tanto ha fatto poi per potersi riorganizzare in una ripartenza quanto mai difficile considerata la situazione generale. Tant’è vero che tali attenzioni e il comportamento adeguato degli operatori sportivi hanno evitato il sorgere di qualsivoglia focolaio all’interno delle nostre società, colpite da positività in casi percentualmente bassissimi e sempre ‘importati’ dall’esterno, come dimostra il fatto che, anche nei casi di giocatore positivo, il virus non è stato trasmesso a tutti gli altri componenti delle squadre”.
La lettera quindi conclude: “Oltre a chiedere rispetto e comprensione per gli sforzi profusi dalle affiliate e dai nostri 180.000 tesserati in questa prima parte di stagione sportiva, riteniamo necessario un urgente confronto con la Regione per mettere a fuoco tali tematiche e, soprattutto, per la fondamentale programmazione dell’attività che non può procedere a singhiozzo sottostando a repentine chiusure ed aperture. In attesa di tale incontro, che ci permettiamo sollecitare, siamo comunque a richiedere quantomeno l’immediato adeguamento delle disposizioni regionali a quelle nazionali, con conseguente riapertura ad allenamenti e gare, come da Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, unica via per garantire la prosecuzione e la continuità delle attività sportive in Regione che diversamente verrebbero a trovarsi a forte rischio di sopravvivenza”.