del ritorno con la Juve Stabia
per Offanengo: c'è Sara Bellia
di Around Cremona Project
lo speciale in onda su CR1
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Intervenuto a ‘Casa Sky Sport’ su Sky, il coach di Nazionale e Vanoli Meo Sacchetti ha confermato che l’ipotesi di trasformare il club cremonese in una sorta di Club Italia è sul tavolo: “C’è stato un colloquio con la Vanoli, perché dovremo fare scelte di mercato diverse, magari azzardate. Ci piacerebbe avere un discorso improntato sui giocatori italiani, anche se non abbiamo grandi possibilità economiche. Ma sappiamo che si sono giocatori a cui offrire la possibilità sul campo di poter stare in Serie A”.
Sacchetti ha anche parlato del suo incarico in Nazionale, prezioso anche nell’ottica della rivoluzione tricolore che si sta valutando a Cremona: “E’ una grande esperienza, un sogno per ogni allenatore. Sono stato giocatore azzurro, quindi sentivo la responsabilità. Dal punto di vista lavorativo non mi ha tolto nulla, anzi mi ha dato entusiasmo anche con Cremona. Più pesante è stata la preparazione ai Mondiali, ma è stato un periodo breve”.
Spazio, durante l’intervista, anche per qualche aneddoto (Ho avuto anche dei problemi con alcuni giocatori, mi sono scontrato con qualcuno. A un paio gli avrei voluto mettere le mani addosso. Preferisco lo scontro diretto piuttosto che tenere dentro le emozioni e non aprirsi sinceramente”) e sul rapporto col figlio Brian, giocatore di Brescia e anche lui in collegamento: “Non ho mai cercato di privilegiare mio figlio. Tanti dirigenti volevano che giocasse di più, ma io volevo togliergli la nomea di essere mio figlio. E’ stata più importante la mamma piuttosto che il papà. Una volta con l’under 13 gliene ho dette così tante che la mamma voleva portarlo via”. “Anche quando l’ho convocato in Nazionale – ha concluso Sacchetti – ho ricevuto critiche, sia quando l’ho chiamato che quando l’ho lasciato a casa”.