Personaggi

Stefano Signani racconta la sua carriera, vissuta dagli Amatori alla C2

I pantaloncini di Futre non glieli ha rubati nessuno. Neppure quelli degli altri grandi attaccanti che sono passati dallo stadio Zini nei tre anni consecutivi giocati dalla Cremonese in serie A, dal 1993 al 1996. “Io ero il raccattapalle: per me, bambino, era un sogno vedere i più forti giocatori, passati da quello che all’epoca era il più tosto campionato del mondo, a un metro”.

Il ricordo è di Stefano Signani, classe 1982. Ed è uno di quelli sopravvissuti al momento spartiacque di una vita, prima che di una carriera. Sì, perché se nessuno ha rubato quei pantaloncini cimelio, la memoria s’è mangiata qualche riflesso, qualche flash di esistenza, qualche sorriso e un po’ di dolore. Stefano Signani oggi fa il direttore sportivo della Casalese, ma il suo – sul campo conclusosi domenica 5 maggio 2019 – è stato un viaggio nel tempo, forse a ritroso, di sicuro controcorrente, dato che la corrente l’ha indirizzata il destino e lui ha dovuto vincerla.

“Maggio è il mio mese, dev’essere scritto da qualche parte evidentemente” ricorda Stefano. E questa intervista non poteva che uscire nel mese che precede l’estate. Calcisticamente, per il ragazzo di San Giovanni in Croce, comincia tutto a Casalmaggiore nel 1999-2000, quando ‘Signo’ è il giovane della Casalese in serie D. “Ma la vera data di inizio, per me, è il 5 maggio 2002: un giorno particolare. L’esordio in serie C2, tra i professionisti, ad appena 20 anni, la maglietta e il materiale usato per il riscaldamento lanciato nella curva del ‘Moccagatta’ ai miei amici, venuti fino ad Alessandria a seguire la Cremonese – e credo anche me – ossia una squadra composta solo da giovani che con Montorfano in panchina ottenne una salvezza impensabile a inizio torneo. Una gioia enorme, per poco non riesco addirittura a segnare. Poi il dopo gara, le interviste, “come i calciatori veri” disse qualcuno. Sì, mi sentivo davvero a un punto di svolta. Lo stesso giorno io, da cuore interista, patii la rabbia di uno Scudetto perso all’ultima giornata (quello di Ronaldo piangente in panchina, di Hector Cuper, della Lazio spietata, ndr). Devo dire comunque che quel giorno la gioia per la soddisfazione personale superò tutto”.

La nostra storia finisce, idealmente e sempre a livello calcistico, il 5 maggio 2019. “Diciassette anni dopo, e da qualche tempo ci provavo. Evidentemente era destino che vi fosse una perfetta identità di date: mi mancava, nel mio percorso in carriera, solo di giocare almeno un minuto in Prima categoria. Nelle stagioni precedenti la Casalese ha disputato i playoff e se li è sudati fino all’ultima giornata, dunque non c’è stato giustamente spazio per me. Domenica invece ce l’ho fatta: tre minuti, una partita purtroppo da dimenticare, persa 7-0, ma l’emozione più significativa per me è venuta dopo. Ho ricevuto chiamate, messaggi, congratulazioni, per un record singolare. Devo ammettere che non è mai stata un’ossessione, la mia. Ma volevo togliermi lo sfizio. E avere ricevuto tanti attestati di stima mi ha fatto piacere: personalmente non credo di avere mai litigato con nessuno nel mio percorso sportivo. E il fatto di avere seminato bene, a livello umano prima che tecnico, credo sia stato ricompensato”.

C’è però un altro maggio da ricordare, quello del 2005. Ma qui occorre fare un passo indietro di qualche mese: è il 22 gennaio dello stesso anno. “Giocavo alla Soresinese, in Promozione. Eravamo ad una festa di compleanno di un amico calciatore che giocava a Crema e da lì stavamo rientrando. Ero in auto con Borghetti, mio compagno proprio in rossoblu, e con Albricci e Morroi, amici fuori dal campo. Ero l’unico a dormire nel momento in cui tutto accadde”.

Lo schianto sulla strada del ritorno, l’auto che s’accartoccia, I tre compagni di viaggio praticamente illesi, Stefano che rimane in coma per due giorni. “Mi svegliai la domenica pomeriggio, ma i medici mi dissero che ero stato più di là che di qua. E per fortuna avevo la cintura. Dormendo, non avevo avuto il riflesso per ripararmi e magari attutire il colpo. Mi ero rotto la mandibola, una costola, ma soprattutto sono rimasto paralizzato alla parte sinistra del corpo per mesi. Ho iniziato piano piano la riabilitazione, terminata guarda caso a maggio. Anche se capii che, per quanto concerneva il calcio, nulla sarebbe più stato come prima”.

Quando riprende a giocare, “Signo” può farlo da una Seconda categoria, al Piadena, nel 2005-2006. E’ ufficialmente tesserato, non scende in campo praticamente mai. Ma ha altri pensieri. Due in particolare, uno psicologico e uno fisico. “Da un lato ho sentito la mancanza, all’epoca così come in questi anni, del calcio vero, delle categorie alte, dei ritiri pre-partita, dei due allenamenti al giorno, degli attimi prima di scendere in campo, spesso in stadi importanti; dall’altro la rabbia era quella di avere sempre la testa da calciatore, di essere pronto a fare certi movimenti, con un corpo che però – per forza di cose dopo quello che avevo passato – non mi seguiva più e aveva problemi di coordinazione”.

La battaglia con il tempo perduto, comunque, si può ancora vincere. E Stefano ha l’intelligenza per capire come. E mettere in pratica. “Se non ho veri rimpianti è perché sono sempre rimasto nell’ambito del calcio, vicino a casa mia, con gli amici di una vita e altri che ho conosciuto strada facendo. E con una famiglia che mi è sempre stata vicina, e alla quale devo solo dire grazie. Da calciatore di Seconda e Terza categoria o da Amatori Uisp ho respirato comunque momenti di sport collettivi, mi sono sentito parte di una squadra e lo stesso posso dire da direttore sportivo. Non è la stessa cosa di una Eccellenza, di una D o di una C2, ma è stato, ed è tuttora, un modo per restare immerso in un universo che mi appartiene da quando ero bambino”.

C’è un allenatore che, senza nulla togliere agli altri, ti ha dato di più. “Dico Bencina: mi ha avuto nelle giovanili del San Giovanni, nella Juniores che vinse il titolo. Avevo 16 anni e giocavo con quelli di 20-21 anni. Poi l’ho ritrovato a Cremona, nella Berretti, e quando lui era il vice di Montorfano in prima squadra, credo che il suggerimento sul fatto di darmi una chance tra i Professionisti sia giunto proprio da lui. Mi ha migliorato molto, come calciatore e come uomo”.

Siamo arrivati al giorno d’oggi. A questo 5 maggio, pochi giorni fa. “E’ stata una festa, un record del quale vado fiero. E’ vero, non giocavo da anni ormai, non mi sentivo più calciatore. Però è stato bello chiudere un cerchio. Farlo nello stesso giorno in cui si era aperto, 17 anni dopo, è stata una felice coincidenza. Quasi un assist per la memoria: così è più facile ricordare tutto il percorso”.

Qualche ricordo se n’è andato in quell’incidente… “Non ho memoria del mese vissuto a Cremona in ospedale e qualcosa ho perso per strada. La mia carriera da calciatore è finita a 22 anni e mezzo. E magari non è facile da accettare. Poi però penso che sono ancora vivo, che sto in piedi sulle mie gambe, che il calcio non è tutto nella vita e che comunque nel calcio sono rimasto sempre, togliendomi qualche soddisfazione. Potevo diventare un calciatore forte? Sì, perché avevo buone prospettive. Ma dopo quel 22 gennaio 2005 potevo anche essere solo un ricordo nella testa dei miei amici. E quando è così, il bicchiere non può che essere tutto pieno”.

LA CARRIERA
1999-2000 Casalese Serie D
2000-2001 Cremonese Berretti
2001-2002 Cremonese Serie C2
2002-2003 Castellana Eccellenza
2003-2004 Castellana Eccellenza
2004-2005 Soresinese Promozione
2005-2006 Piadena Seconda categoria
2006-2007 Psg Seconda categoria
2007-2008 Psg Seconda categoria
2008-2009 Casalese Boys Terza categoria
2009-2010 Casalese Boys Terza categoria
2010-2011 Casalese Boys Terza categoria
2011-2012 Casalese Boys Terza categoria
2012-2013 Cicognara Amatori Uisp
2013-2014 Rivarolese Direttore sportivo
2014-2015 Rivarolese Direttore sportivo
2015-2016 Casalese Direttore sportivo
2016-2017 Casalese Direttore sportivo
2017-2018 Casalese Direttore sportivo
2018-2019 Casalese Ds (esordio in Prima categoria)

Giovanni Gardani

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...