Vanoli, difesa quasi perfetta
ma serve costanza in attacco
Dopo aver assistito ad una gara difensiva (quasi) perfetta, aver visto una superpotenza in difficoltà e aver applaudito una truppa tenace in grado di rimanere aggrappata alla partita fino alla fine, purtroppo tocca ripetersi.
La Vanoli Cremona ancora una volta non ha demeritato, anzi, perché riuscire ad intrufolarsi in quel modo nei meccanismi di una squadra come la Virtus è cosa tutt’altro che scontata. Poi però la partita la devi prendere in mano per davvero e per farlo, purtroppo, non ci sono molti modi: devi fare canestro.
C’è un pizzico di beffarda crudeltà nel vedere quasi sminuito il mazzo siderale che i biancoblu si fanno nella propria metà campo dai nudi e crudi numeri, ma va detto che questi ultimi difficilmente mentono. Quei 75.6 punti subiti a partita, dato che vale il terzo gradino assoluto del podio (prima, guarda caso, è proprio la Virtus), vengono sfortunatamente offuscati dall’impietoso 72,6 che la banda di Cavina è in grado di produrre dall’altra parte del campo, dove se il 43% da due (ultima piazza nella relativa graduatoria con 5 punti percentuali di distacco dalla penultima) è da matitone blu, il 32% scarso da tre non è che faccia proprio sorridere.
L’atteggiamento è quello giusto, grinta e voglia non mancano e si è tutti “on the same page”, eppure la palla non entra.
Non proprio a tutti, fortunatamente, dato che Napoli pare aver fatto proprio bene a Tajion Jones, che dopo l’exploit al PalaBarbuto ha toccato quota 20 anche contro le V nere, con 5/8 dalcampo e 7/7 ai liberi.
Il problema è che il mattoncino di Jones è indispensabile, ma questa squadra non può prescindere dall’apporto di ognuno dei suoi effettivi. Poi certo, la Virtus anche senza Pajola e Shengelia e con Belgrado nelle gambe rimane la Virtus e i problemi di falli non aiutano, ma è fuor di dubbio che sia lecito aspettarsi un impatto differente da giocatori che dovrebbero essere piuttosto in alto a livello di gerarchie.
La trasferta partenopea sembra aver giovato solo a Jones, dato che Booth (6 punti con 2/11 dal campo e scelte di tiro talvolta rivedibili) sembra essere ripiombato nelle difficoltà delle prime tre gare, Owens è scomparso davanti al reparto lunghi bolognese (ok i 7 rimbalzi, ma 2 punti con tre tiri dal campo non bastano) ed Eboua ancora fatica a trovare il modo di innescare il proprio potenziale. Saranno anche ovvietà, ma serve il contributo di tutti per salvarsi, così come un po’ di quei tiri aperti devono iniziare ad entrare, altrimenti hai voglia ad inscenare dei clinic difensivi.
Manca ancora qualche spicciolo per fare il dollaro, ma bisogna trovarlo in fretta. Per dirla con coach Cavina, la squadra deve togliersi quel “quasi” e andare a prendersi delle vittorie che fino ad ora, Napoli a parte, ha potuto solamente accarezzare per più o meno lunghi tratti.
Servono costanza, fiducia e anche un pizzico di ottimismo, anche se ovviamente il momento non aiuta. Due punti in classifica dopo 5 giornate non sono esattamente un bottino ricchissimo, ma quantomeno il fondo della classifica è al momento piuttosto affollato e il destino è ampiamente nelle mani di Lacey (a proposito, segnali di risveglio sabato sera) e compagni.
E poi, anche se al momento è preferibile guardare in casa propria, è vero che due punti sono sempre due punti, ma meglio con questa identità difensiva che prendendone un centinaio tutte le volte.
Alberto Guarneri