Cremonese

La regina delle trasferte
fa patta sotto la Torre

Stroppa all'Arena Garibaldi - Anconetani

All’ombra della Torre si gioca una partita a scacchi che si ingarbuglia presto in una patta per la regina delle trasferte. La Cremonese per la prima volta in stagione non trova la via del gol fuori casa e a Pisa monetizza un punto grazie all’ermetismo difensivo: quarta partita consecutiva senza subire gol, terza con in porta lo sbarbatello Jundgal, protagonista in un’Arena Garibaldi Anconetani raffreddata dalla contestazione della tifoseria toscana.

I grigiorossi stoppano la serie di quattro vittorie consecutive e s’infilano in uno 0-0 con qualche rischio e parecchi rimpianti. Il primo è non aver esportato anche a Pisa il potenziale offensivo dimostrato ovunque in precedenza. Stroppa cambia in mediana rispetto alle ultime uscite: panchina per Buonaiuto, titolarità per Abrego. E fuori asse non sembra esserci solo la torre sullo sfondo, perchè in campo si capisce subito che ai grigiorossi manchino precisione e coralità.

Il primo ad avere il mirino fuori fuoco è Coda, che dopo una manciata di secondi dal via spreca malamente (non da lui) un regalone di Nicolas impacchettato da Bianchetti. Vazquez, attorniato da nemici, vive la sua giornata peggiore: la sua partita finisce all’intervallo. Il Pisa concede pochi spazi, diventa asfissiante sugli avanti ospiti ma sbaglia quantità industriali di giocate, anche quando il possesso è tra piedi educati come quelli di Valoti e D’Alessandro. Per contrastare il secondo, Stroppa decide anche di invertire i braccetti, con l’ammonito Bianchetti dirottato a destra e il solido Antov a duellare a manca.

Contro una squadra che nel 2023 ha saputo vincere solo tre partite nel prato di casa, la Cremo non è abbastanza intraprendente e Stroppa non se ne capacita. Aquilani, da par sua, predica gioco e i suoi se non altro alzano il baricentro verso metà primo tempo, premendo con Marin e Mlakar ma trovando un sempre attento Jungdal. I segnali di una Cremo in impasse in fase di costruzione sono così lampanti che il tecnico grigiorosso si presenta alla ripresa con doppio cambio: fuori Pickel e Vazquez, dentro Collocolo e Okereke.

Il duello rimane rusticano, Castagnetti da fuori non è letale come una settimana prima e finirà anzitempo il suo match sostituito da Majer: in cabina di regia davanti alla difesa va però Abrego, con lo sloveno mezz’ala sinistra (che sia anche un test in prospettiva per farlo convivere con Castagnetti e giocare con un doppio play?). Spazio anche a Quagliata che Stroppa vuole a destra per sfruttare il suo mancino a giro.

Per un po’ di adrenalina serve però attendere l’ultimo quarto d’ora, inaugurato da una scivolata salvifica di Ravanelli al 77’ dopo cross radente di Mlakar. Coda ha un paio di opportunità (su cross di Zanimacchia prima e Quagliata poi) non trovando mai lo specchio. Nicolas si supera su Okereke e Zanimacchia, Jungdal argina Barbieri.

Il sipario cala dopo uno spreco di Piccinini nel recupero, fotografia di un Pisa incapace di regalare una gioia al suo pubblico: Aquilani si appellerà anche all’alibi di un possibile rigore su Valoti. Stroppa, lucido nell’analisi post partita, sottolinea il peso specifico di un punto raccolto su un campo difficile senza subire reti. Tra una settimana arriverà il Venezia capolista allo Zini: dopo aver registrato la difesa, la Cremo dovrà tornare a far cantare i propri attaccanti, a secco dal tiro al bersaglio di Brescia.

Simone Arrighi – inviato a Pisa

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...