Primavera San Daniele, danno e beffa: avversario gioca col tesserino di un altro
Ma il ricorso arriva troppo tardi: così per un vizio di forma che comunque non sconfessa l’antisportività del gesto, il risultato maturato sul campo è stato omologato, con tanta amarezza per la squadra di San Daniele Po.
Una vicenda controversa, che non andrà comunque a inficiare il cammino della squadre ora coinvolte nei playoff, arriva dalla Terza categoria girone B di Cremona. Un episodio che, come detto, non avrà conseguenze a livello sportivo, anche perché il preannuncio di reclamo da parte della società danneggiata è giunto fuori tempo massimo.
Resta però, al di là della beffa, la sensazione di palese antisportività, per di più portata avanti da una società che ormai era già fuori dai giochi per la classifica. L’episodio si riferisce al match dell’ultimo turno del campionato regolare tra la Primavera di San Daniele e il Castellucchio. I cremonesi sul campo hanno perso 3-2 e così sono giunti quarti, anziché terzi, tanto che dovranno giocare domenica prossima la semifinale playoff in casa della Ciria 2020, con l’obbligo di vittoria entro i 90 minuti.
Il Castellucchio però ha sfruttato il nome e il tesserino di un calciatore che nella partita d’andata era sceso in campo: in quel caso da terzino sinistro, col numero 3. Al ritorno invece (stesso nome e cognome, stessa data di nascita) il giocatore è stato schierato in porta, dunque col numero 1. Sin qui nulla di male, dato che il cambio di ruolo è assolutamente ammesso. Il punto però è che dietro al medesimo documento si sono palesati due giocatori differenti: la Primavera di San Daniele ha a disposizione anche la documentazione fotografica che mostra la differenza (di fisionomia) netta tra i due atleti. Quello che ha giocato all’andata è brevilineo; quello che è sceso in campo al ritorno, invece, molto più alto, oltre che con un diverso taglio di capelli. Cambia, a voler essere precisi, pure la nazionalità dei due…
Non solo: il portiere (con tesserino di un altro giocatore) del match di ritorno è giunto al campo in ritardo, tanto che la partita è iniziata alle 16 anziché alle 15.30 domenica 1° maggio. Questo avrebbe potuto (forse dovuto?) insospettire l’arbitro, che invece ha riconosciuto il calciatore (!) e ha dato il via alla partita. Quando la Primavera di San Daniele si è accorta della scorrettezza (di fatto ha giocato un calciatore col tesserino di un altro), ha fatto ricorso ma ha atteso troppo, presentandolo martedì mattina, anziché entro 24 ore dalla fine del match. Così, per un vizio di forma che comunque non sconfessa l’antisportività del gesto, il risultato maturato sul campo è stato omologato, con tanta amarezza per la squadra di San Daniele Po.
Giovanni Gardani