Calcio

Addio ad Amilcare Storti: negli anni '80 storico ds della Casalese

Fisico possente ma animo buono e gentile, si interessava sempre non solo alle vicende della prima squadra ma anche dell’intero settore giovanile. Aveva aperto con i ragazzi un “ponte” privilegiato.

CASALMAGGIORE/MILANO – E’ morto a Milano, la sua Milano, nelle scorse ore, ma il suo legame con Casalmaggiore resterà indelebile. Legato alla Casalese, agli anni del campo Comunale di via Corsica, quando era il direttore sportivo della società biancoceleste. Si è spento Amilcare Storti, classe 1944, volto noto nel comune casalese e negli ambienti sportivi: fisico possente ma animo buono e gentile, si interessava sempre non solo alle vicende della prima squadra ma anche dell’intero settore giovanile. Aveva aperto con i ragazzi un “ponte” privilegiato: chiedeva loro se tutto andasse bene, se mancasse loro qualcosa, se si trovassero a loro agio in seno alla storica società calcistica di Casalmaggiore.

Amilcare Storti è morto a Milano, dove viveva da sempre: a Casalmaggiore era arrivato in qualità di rappresentante della multinazionale Norton, che realizza abrasivi per il legno a livello industriale. Lo chiamavano il ds in giacca e cravatta, perché il suo lavoro lo spingeva ad avere sempre un abbigliamento elegante: Amilcare commerciava in particolare con l’Emilia Romagna, anche con grandi aziende, e per questo motivo aveva trovato a Casalmaggiore il luogo ideale per affacciarsi verso la regione vicina oltre il Po. Proprio a Casalmaggiore, in via Bixio, aveva deciso di prendere casa: tornava a Milano, dalla famiglia, il venerdì mattina e poi dal lunedì al giovedì, per lavoro, girava l’Emilia, rincasando appunto a Casalmaggiore, vicino alla Casa del Mutilato.

Gli anni della “sua” Casalese sono gli anni ’80: presidente Maurizio Ghizzardi, poi arrivò Carlo Sante Gardani; allenatore Fausto Roffia, poi toccò a Gino Bosoni. Gli anni in cui la Casalese non navigava nell’oro delle grandi categorie dilettantistiche, ma stava costruendo un vivaio di primissimo ordine. Una perla su tutte, che negli anni di Storti ds giocava già in prima squadra, è stato Gianni Mantovani, finito poi al Parma.

Amilcare, grandi occhiali da sole e sorriso stampato in volto, era noto per il suo proverbiale fischio “alla Trapattoni”: per richiamare l’attenzione utilizzava quest’arma. E qualcuno, in tribuna, lo prendeva bonariamente in giro. “Sifùla Amilcare”, fischia Amilcare, gli dicevano… Lui non se la prendeva mai. Il calcio e il lavoro: Casalmaggiore e Milano. E un pezzo di storia, e di sport, di casa nostra che se ne va.

Giovanni Gardani

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