sul periodo di ritiro a Livigno
sul periodo di ritiro a Livigno
Operativi da oggi 40 nuovi allenatori di calcio certificati dall’Associazione Allenatori di Calcio di Cremona e Crema, dopo il superamento dell’esame conclusivo delle attività di un intenso periodo di formazione, sia sul campo, che in aula. Un successo per l’associazione guidata dal Gian Paolo Sperolini che ha proposto il corso curato da docenti provenienti da tutte le parti d’Italia e abilitati dal Centro Tecnico di Coverciano, che hanno presentato argomenti utili a mettere le nuove figure nelle condizioni di affrontare ogni situazione che il calcio moderno presenta: dalla metodologia, alla tecnica e tattica, dalla medicina, alle specificità del calcio femminile, dalla psicologia, all’approfondimento delle carte federali.
“L’Associazione Allenatori Crema in questi ultimi sei anni, compreso l’ultimo corso che coinvolge anche Cremona ha abilitato 250 allenatori, che è numero consistente”, commenta Sperolini, per il quale però il livello espresso dal territorio provinciale è inferiore rispetto a quello delle province di Brescia e Bergamo, tanto per fare un esempio. “Lì ci sono maggiori capacità economiche, ed inoltre nella nostra provincia abbiamo ora la Cremonese in serie A, e poi a seguire la Sported Maris, meglio nel cremasco, dove c’è la Pergolettese in C, il Crema in D e diverse altre squadre in eccellenza”.
Nello specifico, il corso si è articolato secondo due tipologie di abilitazioni: la Licenza D, che abilita ad allenare le compagini che vanno dalla seconda categoria, fino al massimo campionato dilettantistico regionale qual è l’eccellenza. Poi c’è l’abilitazione Uefa C, che consente di allenare in tutte le categorie del settore giovanile. Per coloro che hanno conseguito entrambe le abilitazioni è arrivata anche l’abilitazione Uefa B, che oltre alla possibilità di allenare nei settori giovanili, consente di allenare le prime squadre fino alla serie D, quindi alle porte del professionismo.
Tra questi l’unica presenza femminile del gruppo, Laura Gianotti di Lodi, per la quale “il calcio femminile è in rapida espansione, e dai prossimi corsi ci potrà essere più partecipazione da parte di ex calciatrici che vogliono intraprendere la carriere da allenatrici”, e due giovani docenti Filippo Usberghi e Gianni Orsillo, che alla professionalità ed all’impegno quotidiano nella scuola, uniscono passione e competenza calcistica.
Per mister Usberghi, docente di scienze motorie: “Calcio e insegnamento sono le mie due passioni, qui abbiamo seguito un percorso che ci ha visto crescere e creare bei legami tra di noi e un bel team di docenti”. Formazione universitaria umanistica e specializzazione nelle attività di sostegno agli studenti con disabilità per mister Orsillo, per il quale si è trattato di “un corso interessante, che ci ha consentito di apprendere nuovi metodi, di approfondire le relazione con la squadra, ed ora siamo pronti per la nuova stagione”. Quanto ai numeri di AIAC Cremona Crema, da gennaio ad oggi sono 144 i tesserati, di cui 5 ragazze, coinvolti in diverse iniziative nel corso dell’anno: non sono mancati gli appuntamenti formativi con personaggi noti nel mondo del calcio, ed il programma di quest’anno proseguirà con un altro evento pubblico il prossimo settembre a Crema, e a fine anno probabilmente anche a Cremona.
Un’attività quella di AIAC Cremona Crema, particolarmente importante, perché come ha ricordato l’ex ct azzurro Cesare Prandelli proprio a Crema in occasione di un incontro organizzato nell’ambito del Trofeo Dossena, viviamo un momento particolare del calcio, mancano i talenti, nei settori giovanili si fa fatica, e servono figure competenti in panchina, che sappiano valorizzare appieno i giovani, senza imbrigliare la fantasia già nei bambini, in rigidi schemi frutto della ricerca di una tattica esasperata: “Quello che ha detto Cesare lo condivido, la sua competenza non si discute e lo dimostrano i suoi risultati – ha commentato Sperolini – noi manchiamo dai Mondiali da due edizioni, le squadre un anno sono all’apice e l’anno dopo no, c’è qualcosa che non quadra, forse questo perché ai settori giovanili bisognerebbe dare un’impronta diversa”.
Ilario Grazioso