primi due nodi da sciogliere
primi due nodi da sciogliere
È un lento crescere, come le piene del Po.
Cremona si gonfia il petto pian piano, non eccede, ma schiuma rivalsa dall’anno scorso. Dodici mesi fa, i mille del settore ospiti di Venezia se lo ricordano bene: l’attesa, il campo ostile, uno stadio che ribolle e trascina, in chiosa ad una serie di finale che aveva lasciato un senso di incompiutezza ad una stagione di risalita e sogni.
Un anno dopo la possibilità di riprovarci: ottenuta sul campo, con pieno merito, dopo una regular season di ambizioni e frenate, interruzioni e ripartenze. “Che bello è” giocarsi di nuovo la Serie A? “Amarsi ancora” allo Zini per una finale playoff?
“Che fatica che ti chiedo, dai Cremona facci un gol“: ecco quel serve, linfa e reti, tifo e qualcuno che la butti dentro. Perché per andare in A serve un gol in più dello Spezia e un assist può arrivare anche da un pubblico capace di far diventare via Persico una bolgia grigiorossa.
Undicimila per una semifinale playoff possono, devono essere un assaggio: per alimentare il sogno anche l’arena deve crederci, non solo i gladiatori. Che diventi contagioso l’entusiasmo dei fedelissimi in coda ai botteghini in questi primi due giorni di prelazione: la forza di questa Cremonese travalica le scaramanzie.
Ma c’è uno stadio da riempire e la chiamata è a tutte le ugole grigiorosse. Il primo atto della finale è alle porte e può indirizzare il duello. Anche la città, il pubblico, possono dire la loro.