il 58° Circuito del Porto
il PalaCava spingerà da lontano
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Quanto siete felici?
Siamo molto contenti, entusiasti. Ieri, dopo la partita, c’era grande entusiasmo. Abbiamo festeggiato in modo semplice ma intenso: in spogliatoio, sul campo tra di noi, sul pullman. C’era la consapevolezza di aver portato la nave in porto dopo una stagione difficile, con mille variabili.
Cosa ha fatto la differenza in queste ultime partite?
Se alla tredicesima giornata avevamo 4 punti e due vittorie, il merito principale è dello staff tecnico, di Gigi (Brotto) in primis. È stato un collante, ha saputo unire tutti i pezzi del puzzle: tante personalità, tante difficoltà. È riuscito a far lavorare il gruppo a testa bassa, restando uniti nelle partite più complicate. E alla fine abbiamo conquistato la salvezza con una vittoria fuori casa alla penultima giornata, senza dover dipendere dai risultati altrui.
Si può dire che sia una vittoria anche della società, del lavoro della dirigenza?
Sì, certamente. Aldo (Vanoli) prima di tutto: senza di lui questa realtà non esisterebbe. Quest’anno abbiamo dovuto mettere mano più volte alla squadra, alzandone la qualità. L’arrivo di Payton Willis è stato decisivo. Poi c’è stato il rammarico per la scelta di Eboua di andare via: ci ha stravolto i piani e ci è mancato atletismo, fisicità. L’innesto di Christian Burns ci ha dato esperienza e carisma nello spogliatoio. E anche l’infortunio di Poser ci ha tolto qualcosa a livello difensivo: è un ragazzo con ampi margini di miglioramento. Insomma, abbiamo fatto degli investimenti, ma in modo costruttivo, mirati a migliorare la squadra in qualità e carisma.
Ora che la salvezza è arrivata, si pensa già al futuro?
La domanda va fatta al presidente. L’input deve arrivare da lui. Ci prenderemo il tempo per fare tutte le valutazioni del caso. Però le riflessioni devono essere fatte a 360 gradi. Dobbiamo metterci in testa che a Cremona mancano le strutture: il palazzetto è al limite del decoroso. Ci sono tante realtà a una dispersione di risorse, anche economiche. Tre settori giovanili in una città di 70.000 abitanti non aiutano. Serve sedersi a un tavolo, ragionare a mente lucida e pensare a una visione d’insieme.
Domenica ci sarà festa al PalaRadi?
Assolutamente sì. Va celebrato il lavoro dello staff, festeggiare i giocatori. Siamo alla fine di un ciclo triennale: dalla promozione in A2 a due stagioni di Serie A in cui abbiamo raggiunto gli obiettivi. Ora, però, serve un nuovo inizio, una programmazione da qui ai prossimi anni.
Cristina Coppola