al Tg Sport di CR1
“Cremona e il canottaggio”
del ritorno dal 30 al 21
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“Cremona e il canottaggio”
del ritorno dal 30 al 21
Dopo due weekend di stop forzato, la Vanoli Cremona si prepara a riabbracciare il campionato con una sfida complicatissima ma sempre affascinante. Il parquet sarà quello del PalaLeonessa, che domenica alle 19 vedrà alzarsi la palla a due del derby tra i biancoblu e la lanciatissima Germani Brescia, seconda in classifica e guidata in panchina dal grande ex Peppe Poeta.
Imperativo togliersi di dosso la ruggine e risintonizzarsi sulla corsa salvezza, rianimata dalla grande prestazione con vittoria contro Trapani prima della pausa, fondamentale per la classifica e per portare un po’ di serenità in casa vanoliana. Ci ha pensato coach Brotto in sala stampa a tracciare un preciso profilo degli avversari: Brescia è squadra intelligente, astuta e pragmatica, con un roster completo che bilancia fisicità e talento. Un team che sa fare la differenza a livello di letture sui due lati del campo, alimentato dall’asse portante Bilan-Della Valle-Ivanovic intorno al quale ruotano gerarchie e ruoli ben definiti.
Senza mezzi termini, servirà un’altra impresa, a prescindere dalla presenza o meno in campo del nuovo arrivato Semaj Christon. L’ormai ex giocatore di Pistoia è giunto a Cremona solamente nella mattinata di venerdì e sarà compito dello staff biancoblu valutarne le condizioni e l’opportunità di schierarlo già nella tana della Leonessa.
La firma dell’esterno statunitense, leader nato e dotato di grande personalità, per forza di cose toglierà il posto a qualcuno degli attuali protagonisti, ma al momento non è chiaro chi potrà essere il sacrificato. A prescindere da chi scenderà in campo, sarà indispensabile grande attenzione ai dettagli sia in attacco che nella metà campo difensiva, aspetti sui quali la squadra ha lavorato duramente in settimana.
Forse sarebbe stato meglio approcciare il derby sull’onda dell’entusiasmo post-Trapani, ma la Vanoli non può permettersi di fare distinzioni.
Si ricomincia col botto. E l’obiettivo non è cambiato.
Alberto Guarneri