lotta salvezza infuocata
lotta salvezza infuocata
Christian Burns, ultimo arrivato in casa Vanoli Cremona, si è raccontato a Basket&co, ponendo l’accento sull’occasione di tornare a calcare un parquet di serie A e del ruolo che gli è stato affidato, portare esperienza e far crescere difensivamente i giovani. Progressi già visti nella vittoria con la corazzata Trapani.
Perché hai scelto di venire a Cremona e giocare per la Vanoli?
“Per me è stata una grande opportunità per tornare a giocare in Serie A. Sono davvero grato per questa possibilità e sono molto felice di essere qui. È stato fantastico poter scendere subito in campo e giocare in una partita importante, soprattutto davanti al nostro pubblico. Affrontavamo una squadra forte come Trapani, sapevamo che sarebbe stata una sfida di alto livello. Penso che mentalmente sia stato importante per me inserirsi nella squadra con una vittoria. È un bel gruppo e spero di poter dare esperienza, energia e solidità alla squadra”.
Durante la partita ti abbiamo visto parlare molto con i tuoi compagni dalla panchina. Cosa cercavi di trasmettere?
“Principalmente ho detto di rimanere concentrati e positivi. Ci sono stati momenti in cui siamo andati sotto di 6-7 punti, ma non abbiamo mai smesso di lottare. L’energia è rimasta alta e siamo riusciti a costruire azioni importanti. Il mio compito era semplicemente quello di ricordare ai ragazzi di restare dentro la partita e continuare a giocare con intensità”.
Come sta andando il tuo inserimento nella squadra a livello umano e tecnico?
“Il gruppo mi ha accolto benissimo fin dal primo giorno. Ci rispettiamo molto e i ragazzi conoscono la mia carriera, sanno che posso portare esperienza. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo: mancano 11 partite e ci rifiutiamo di retrocedere. La mentalità è quella di dare tutto per risalire in classifica. Personalmente sto recuperando da un piccolo infortunio al polpaccio, ma conto di essere pronto per la prossima partita. L’integrazione nel gruppo è stata facile, mi trovo molto bene”.
Hai iniziato la tua carriera italiana nel 2012 a Montegranaro. Come pensi sia cambiata la pallacanestro italiana da allora?
“È cambiata al 100%. Nel corso degli anni è diventata un gioco molto più veloce, quasi un’evoluzione verso lo stile NBA. Ritmo alto, più tiri da tre punti, transizioni rapide. Ora è più comune vedere squadre che cercano il tiro nei primi 8 secondi dell’azione, mentre prima si giocava molto più a metà campo con schemi tattici più elaborati. Ovviamente, la strategia conta ancora, ma l’idea generale è quella di un basket più rapido e dinamico”.
Hai seguito la Coppa Italia?
“Sì, sono andato a vedere le partite di sabato, Brescia-Milano e Trento-Trieste. Il livello di competizione era altissimo, è stato un evento bellissimo. La lega fa un lavoro eccezionale nell’organizzazione delle Final Eight, è un torneo spettacolare”.
Ti ha sorpreso la vittoria di Trento?
“Non completamente. Sapevo che era possibile, perché il coach ha fatto un ottimo lavoro e hanno tanti giovani di talento. Certo, di solito quando Milano arriva alla finale, la vince. Ma Trento ha giocato alla grande ed è stata una bellissima partita”.
Tu hai già vinto una Coppa Italia con Brescia. Che ricordi hai di quel trofeo?
“È stata un’esperienza incredibile. Sollevare quel trofeo è stato speciale e ho ancora ben chiaro il ricordo di quei momenti. Quando giochi una Final Eight, sai che tutto può succedere, e spero un giorno di poter rivivere quella sensazione”.
Parliamo del tuo compagno di squadra Stefan Nikolic. Che rapporto hai con lui?
“Steph è un grande. Quando sono arrivato era felicissimo di rivedermi in squadra. È un ragazzo con un’etica del lavoro eccezionale, determinato a migliorarsi ogni giorno. Avere compagni così è fondamentale per il gruppo”.
Ora la domanda più importante: chi è il più forte tra te e Nikolic?
“Steph lo sa bene… sono io, senza dubbio!”