Basket

Simone Barbante trascina la Juvi:
"Serviva una tripla per sbloccarci"

Dopo la vittoria contro Cento, il centro della Juvi, Simone Barbante, tra i migliori a referto della partita è stato ospite di Basket&co, il talk sulla pallacanestro in onda tutti i lunedì su Cr1 – canale 19 alle 22.

Un tiro da tre da far invidia alle migliori guardie, freddo in campo, caldissimo in panchina, tanto che non riesce a stare seduto: lo si vede svettare  dall’alto dei suoi 211 centimetri incitare i compagni. Simone Barbante per la Juvi è tutto questo e molto di più: “Diciamo che provo a dare una mano anche da fuori. A parte che stare seduto non fa proprio per me, nei momenti più caldi della partita sento il bisogno di stare in piedi, di incitare i compagni. Un paio di partite fa ho anche preso un tecnico, o meglio, l’ha preso la panchina per colpa mia (ride). Però credo che sentire le urla dalla panchina possa dare energia e incitare chi è in campo, quindi è qualcosa che può servire”.

Sia il coach che il capitano hanno parlato di vittoria di squadra, ma c’è sicuramente la sua firma nel successo con Cento, con quella tripla nel momento più delicato che è stata la scossa di cui la Juvi aveva bisogno per riprendere il controllo della partita: “In quel momento eravamo un po’ bloccati in attacco. Loro hanno segnato anche canestri difficili, ma noi eravamo fermi, non riuscivamo più a trovare soluzioni fluide. Sentivamo che serviva un canestro per sbloccarci, ma sembrava non arrivare mai. Alla fine siamo stati bravi a usare i falli, abbiamo messo 8 tiri liberi negli ultimi tre minuti, abbiamo trovato una bomba… quei 10 punti nel finale hanno fatto la differenza per portarla a casa”.

Mano calda dalla distanza e un grande contributo alla squadra, anche perché da un giocatore della sua stazza non sempre ti aspetti il tiro dall’arco: “Diciamo che nel finale le difese tendono a concentrarsi sui piccoli, su chi ha più la palla in mano. Spesso cercano di togliere il tiro a Bertetti, per esempio. E allora magari il lungo resta un attimo in più a contenere sul pick and roll e sul pop il difensore fatica a recuperare. È un’arma in più che abbiamo e dobbiamo sfruttare”.

Non era facile rimanere concentrati in una partita come questa: “Quando sei avanti di 20 è normale rilassarti un po’, succede a tutti. Però in spogliatoio, prima di rientrare, ci siamo detti di restare concentrati, perché sapevamo già cosa sarebbe successo. Anche contro Rieti loro erano sotto di 25 e sono tornati a -5 o -6. Eravamo preparati, ma quando sei in campo è diverso… lì ogni pallone pesa il triplo, ogni tiro diventa più difficile, ogni passaggio va fatto con più attenzione. E noi abbiamo avuto un momento in cui abbiamo sofferto”.
Cristina Coppola

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