La Juvi è in crescita, ma servono
i punti lontano dal PalaRadi
Altro che brodino: quella di domenica scorsa contro Torino per la Ferraroni Juvi Cremona è stata una vittoria fondamentale. Certo, parliamo di una singola tappa all’interno di quella che è una vera e propria maratona, ma il successo contro la Reale Mutua ha ulteriormente certificato che gli oroamaranto, aldilà di qualche fisiologico saliscendi, sono vivi e non hanno alcuna intenzione di perdere di vista l’obiettivo.
Che rimane sempre quello, almeno per il momento: tenersi dietro cinque squadre, per evitare la roulette russa della zona playout, sulla quale per ora i gigliati hanno un paio di punti di vantaggio. Si fa fatica a parlare di cuscinetto rassicurante, ma non è mai stato un mistero che questo sarebbe stato un campionato massacrante e decisamente complicato, pieno zeppo di squadre ben attrezzate e vogliose di coltivare ambizioni.
Tuttavia, per dirla con coach Bechi, la Juvi c’è. Magari con le scarpe poco lucide e il vestito un po’ sgualcito, ma con tutte le carte in regola per partecipare al gran ballo. Non si smette mai di crescere e migliorare, anche se ormai il torneo si sta avvicinando al proprio giro di boa. Ed è proprio questo il sentiero che sta percorrendo la Juvi, aggiungendo un tassello partita dopo partita, acquisendo malizia e soprattutto continuità, non perdendo mai di vista quello spirito battagliero indispensabile per fare strada in quella corsa ad ostacoli chiamata serie A2.
Ora, per compiere davvero un ulteriore step, sembra mancare solamente una cosa: portare il mindset del PalaRadi anche in trasferta, tornando a muovere la classifica anche lontano dalle mura amiche, dove non sempre gli oroamaranto sono stati impeccabili a livello di personalità e approccio alla gara.
A raccontarlo sono i numeri: dopo lo spavaldo avvio di stagione con tre successi di fila, due dei quali sui campi di Vigevano e Nardò, la Juvi in trasferta si è inceppata, anche se va detto che il calendario raramente è stato magnanimo. Il referto rosa lontano dal PalaRadi manca ormai da due mesi e mezzo – proprio dalla trasferta in terra pugliese – e la differenza tra l’avere un minimo di tranquillità ed il doversi guardare costantemente alle spalle passa proprio dal riuscire a mettere a segno qualche blitz in casa d’altri.
Capitan Tortù e compagni non rivedranno il PalaRadi fino al 5 gennaio, quando sotto il Torrazzo arriverà l’attuale capolista Rimini. In mezzo, per chiudere il 2024, due trasferte insidiose ma interessanti, due banchi di prova che sembrano studiati su misura per testare la crescita della truppa di coach Bechi. Domenica, infatti, si va a Pesaro, che ha tanto blasone quanto disperato bisogno di punti per risollevare una stagione partita con il piede sbagliato, parzialmente raddrizzata da un filotto aperto di tre vittorie consecutive.
Difficile ma non impossibile, in particolar modo se la Juvi confermerà gli ultimi recenti progressi, soprattutto a livello di approccio e di solidità mentale nell’arco dei 40’. Dopo Pesaro si andrà ad Avellino, nella tana di quel coach Crotti che qualche ricordo a Cremona dovrebbe averlo lasciato. Per il momento, però, testa alla Vitrifrigo Arena, dato che questo campionato ha già ampiamente dimostrato che in ogni giornata tutto può succedere, ma anche che nulla arriva per caso.
Alberto Guarneri