Vanoli: ripartire da Varese
per risalire la china
Leggi anche:
Esame passato, bravi tutti, ora avanti così che è lunghissima. Se si dovesse riassumere in poche parole lo stato d’animo vanoliano dopo il fondamentale successo su Varese, suonerebbe più o meno così.
Dominata una direttissima concorrente, che ha tenuto botta per un tempo lucrando su qualche disattenzione difensiva biancoblu, per poi cedere di schianto nel terzo quarto, annichilita da una Vanoli ai limiti della perfezione in grado di sfornare un parziale di 21-3 nel giro di sei minuti. Saranno poi 18 i punti di scarto alla sirena finale e verso aprile/maggio potrebbero tornare maledettamente utili.
Varese si presentava al PalaRadi come miglior attacco del campionato a 93 punti per gara, mai scesa sotto quota 77: al cospetto di Cremona è stata in grado di produrne 60, tirando poco sopra il 30% dal campo. Numeri che ben spiegano l’intensità difensiva messa in campo dai biancoblu dal primo minuto al 40’, sbloccandosi offensivamente nella ripresa dopo un primo tempo attento ma talvolta sprecone.
Non era una gara come tutte le altre: perdere avrebbe significato vedere il treno salvezza allontanarsi, con conseguente mazzata psicologica. E’ quindi molto probabile che quei palloni in avvio avessero un peso specifico enorme, ma al rientro dagli spogliatoi sono usciti dalle mani con molta più naturalezza, soprattutto grazie ad un Corey Davis che con tre triple praticamente filate ha dato il là al parzialone vanoliano. Prova da leader per il play biancoblu, mvp dell’incontro con 23 punti e 7 assist, segnando ben 7 delle 11 triple tentate dopo un avvio di stagione dallo scarso feeling con il tiro dalla distanza e confezionando il più bello dei regali per le 100 panchine di coach Cavina in serie A.
Spicca la prova di Davis, ma quella contro l’Openjobmetis è la classica vittoria del collettivo, dove tutti hanno messo l’ancor più proverbiale mattoncino. Varese, contestata dai tifosi, ha fatto una brutta figura ma a minare le fragili certezze della squadra di Mandole ci ha pensato una Vanoli, invece, feroce nell’applicazione e coerente nei principi. Che vuol dire difendere sul serio, riuscendo finalmente a trasformare l’intensità nella propria metà campo in ritmo offensivo, tornando a coltivare anche un po’ di gioco in post basso.
Si può finalmente dire che quella che più che una scimmia stava diventando un gorilla sia scesa dalla spalla, ora non bisogna commettere il madornale errore di credersi arrivati. Il campionato ricomincia oggi, con due e non più solo una squadra alle spalle e con entrambi gli scontri diretti a favore. Il che significa che basta un nonnulla per ricadere nel baratro, ma anche che forse, con questo piglio, si può provare ad iniziare a risalire la china.
La prossima si va a Treviso, che dopo averne vinta una nelle prime 6, ha infilato una striscia ancora aperta di quattro successi, l’ultimo in casa di Tortona. Difficile, ma la consapevolezza può fare miracoli.
Alberto Guarneri