Basket

Juvi, niente drammi
ma ora servono punti

Il bello di un torneo, che più che un campionato sembra una maratona, è che, anche volendo, non c’è tempo per sentirsi fenomeni dopo una vittoria o “brocchi” dopo una sconfitta. Il che non vuol dire fare finta di nulla e ignorare la realtà, ma più semplicemente non fare drammi e voltare pagina alla svelta, perché così impone quel tour de force chiamato Serie A2.

C’è poco da romanzare: quella contro Brindisi è stata una discreta rullata, con la Juvi incapace di arginare una Valtur in gas fin dal primo possesso e, man mano, con così tanta fiducia in corpo da vedere il canestro come la proverbiale vasca da bagno, concludendo il primo tempo con un irreale bottino di 61 punti. Meno di una settimana fa Piacenza aveva insegnato che guardare la classifica può essere fuorviante e Brindisi ha ulteriormente ribadito il concetto. Certo, si parla di una squadra costruita per ben altri obiettivi rispetto agli attuali bassifondi, partita con una vittoria nelle prime otto anche per via di una sorte poco benevola a livello di infortuni, soprattutto nel reparto lunghi.

Guai fisici che ultimamente hanno afflitto anche la Juvi, che in avvio di gara ha provato a schierare il rientrante Massone ma che vi ha rinunciato già nel primo tempo, date le non perfette condizioni fisiche del giocatore. Perdere contro Brindisi è umano, tuttavia, al netto della caratura dell’avversario e della sua magic night, non provarci nemmeno è diabolico. Il che non vuol dire fare drammi, ma giusto un paio di ulteriori riflessioni su quanto questa stagione sia una corsa ad ostacoli.

Coach Bechi nel postpartita non ci ha girato troppo intorno: “Il livello del campionato è questo quindi dobbiamo dare di più, perché così non basta – ha ammesso l’allenatore gigliato – è il momento di guardarsi dentro e capire come portare il proprio contributo, ripartendo dalle cose semplici”. Effettivamente, quella contro Brindisi è la terza sconfitta consecutiva, la quinta nelle ultime sei partite, che rendono ormai le gagliarde tre vittorie iniziali un lontano ricordo.

Ripartire” è la parola d’ordine, in primis a livello di prestazione. Poi ci sono anche gli avversari, e quello di sabato sera è senz’altro uno di quelli tosti. La truppa di Bechi va nella tana dell’Urania Milano, squadra rognosa come poche, che quest’anno si è regalata pure Alessandro Gentile per continuare ad essere la mina vagante del torneo e reduce da tre vittorie di fila, con la voglia matta di ingranare la quarta.

Serve fare quadrato e, soprattutto, occhio all’approccio alla gara, perché l’Urania è un’altra di quelle squadre che se si accendono sono guai. Il campionato è lungo e si vive di cicli, però in questo momento uno sguardo negli specchietti retrovisori non guasta.
Alberto Guarneri

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