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Per quanto, come ha raccontato perfettamente il quarto quarto, la vittoria della Vanoli Cremona a Napoli sia stata frutto del lavoro di squadra, c’è qualcuno che ha inevitabilmente attratto a sé la luce dei riflettori. Difficile succedesse il contrario al buon Tajion Jones, che dopo un avvio di stagione un po’ stentato ha deciso di esplodere con una prestazione da 29 punti con 8/11 da tre, spazzando via di colpo timidezza e scetticismo altrui.
Una settimana da uomo-copertina, con tanto di intervista sui canali della Lega nella canonica forma delle cinque domande, nella quale ha parlato un po’ di tutto: dalla gara contro Napoli al suo adattamento al campionato italiano, passando inevitabilmente dal suo rapporto con staff e compagni, senza tralasciare una scherzosa possibile carriera parallela (è uno streamer, lo trovate su Twitch a giocare a Call of Duty).
Tutto bello, tutto giusto. Tuttavia, a costo di essere impopolari, calma. Il pensiero non va tanto al giocatore, al quale siamo sicuri non avranno dato alla testa gli elogi e che immaginiamo assolutamente concentrato sulla prossima battaglia, ma piuttosto alla percezione esterna Prendiamo come manna dal cielo quella sfuriata in terra partenopea ma non dimentichiamoci del percorso, perché naturalmente tutti si augurano che ogni weekend Tajion faccia piovere dei quasi trentelli, ma difficilmente sarà cosi.
Sbaglierà ancora, triple o addirittura (si spera poche) partite, ma ora è chiaro che il potenziale c’è: diamogli fiducia dunque, evitando di oscillare di settimana in settimana dal considerarlo Fantozzi oppure LeBron. Si ragiona per iperboli ovviamente, ma l’idea è quella di continuare in quel “trust the process” già citato in altre occasioni, un discorso che vale tanto per il capelluto esterno ex Leiden quanto per il resto della truppa biancoblu, che di lavorare seriamente non ha mai smesso e che, diversamente dalle prime tre uscite, a Napoli ha finalmente trovato una manciata di giocate di classe e carattere quando serviva.
Non è disfattismo, né tantomeno si vuole minimizzare la bella prestazione offerta a Napoli. E’ rimanere sul pezzo, prendere nota dei passi avanti e stare concentrati. Nel caso servisse un aiutino per smorzare gli eccessivi entusiasmi, sabato sera al PalaRadi (palla a due in programma alle 19) arriva “solo” la Virtus Bologna, contro la quale Cremona – soprattutto in casa – ha tutt’altro che una brutta tradizione ma che, purtroppo o per fortuna, rimane sempre la Virtus.
Che avrà nella gambe la partita di mercoledì sera a Belgrado, ma che nella bolgia della Stark Arena ha colto la prima vittoria stagionale in Europa, in quel modo e in quell’ambientino. E, si sa, talvolta le energie mentali contano più di quelle fisiche.
La classica montagna da scalare, dopo la quale si tireranno di nuovo le somme. A prescindere dal finale, con equilibrio. In fondo, “in medio stat Virtus”, no?
Alberto Guarneri