Carattere, cuore e solidità
nel successo Juvi con Orzinuovi
Cabeza, corazón y…attributi. Il detto nuovo non è, ma torna utile per descrivere la prestazione sfoderata dalla Ferraroni Juvi Cremona per sbaragliare l’insidiosa Orzinuovi. Serviva una reazione, forse non tanto per le due sconfitte consecutive ma più per come era maturata quella infrasettimanale a Livorno, con un approccio troppo soft che di fatto aveva condizionato l’intero match.
Tutt’altra storia contro la Gruppo Mascio, inizialmente più lucida e rapidamente sul 7-2 ma poi costretta ad inseguire per tutto il resto della contesa, in deficit di energia rispetto ad una Juvi che ha saputo trasformare la garra difensiva in fluidità offensiva. Ad indicare la via, manco a dirlo, capitan Tortù, che fin da subito ha messo le cose in chiaro con 14 punti nel primo quarto, preludio di una gara da costante protagonista chiusa con 20 punti, 6 rimbalzi e 4 assist.
Non era facile contrastare la fisicità dei bresciani, non a caso la lotta a rimbalzo dice 50-43 Orzi, ma la qualità della partita difensiva degli oroamaranto, a proposito di corazón e attributi, è raccontata anche dalle nude cifre: più recuperi (10) che perse (9, miglior prestazione stagionale), con Orzinuovi che invece di palloni ne butta alle ortiche 18, senza rubarne nemmeno uno.
La cabeza invece si intravede nella capacità di mantenere, nonostante qualche brividino evitabile nel finale, una forbice costante nel punteggio, pescando spesso la giocata giusta e non staccando (quasi) mai la spina dietro, non permettendo mai a Vencato e compagni di riaprirla per davvero.
Oddio, forse uno spiraglio ci sarebbe stato, per esempio sul 77-72 dopo il quinto fallo di Brown, con l’ex Costi che fa 2/3 in lunetta. Oppure sul 79-75 dopo la bomba del redivivo Devoe, una manciata di secondi più tardi. In entrambi i casi, tuttavia, le speranze ospiti sono andate ad infrangersi contro un Eddy Polanco che la terza in fila proprio non voleva perderla: suoi gli ultimi 7 punti juvini, a coronamento di una gara da 21 punti e 8 rimbalzi (entrambi season high) cui aggiunge 3 assist e 2 recuperi.
Numeri e giocate che balzano all’occhio, che non per questo rendono meno importante il mattoncino portato da praticamente tutti gli effettivi. Il pensiero va alla gara tutta sostanza di Giombini, un guerriero sotto le plance che sfiora la doppia-doppia con 7 punti e 10 rimbalzi; ad un Brown magari più silenzioso di altre volte ma bravo a non strafare e a punire quando serve (importante la bomba in avvio di ripresa dopo l’avvio gagliardo di Orzi), ma anche al lavoro oscuro di La Torre e Morgillo, alle braccia lunghe di Barbante e al soldatino in missione Bertetti.
E’ lunga che più lunga non si può, ma intanto sono 4 vinte e 2 perse, con il fondo della classifica che sta bene dove sta. Con 32 partite ancora da giocare in un campionato fatto di corazzate non significa pressoché nulla, ma appare lecito pensare che il lavoro paghi e che la strada sia quella giusta. Intanto domenica si va a Verona, fresca di blitz a Pesaro e con due americani che te li raccomando. Piccolo test di maturità?
Alberto Guarneri