Cremonese

Con la Juve Stabia l'esordio
di Corini: "Partita complicata"

Eugenio Corini

Esordio sulla panchina della Cremonese per Eugenio Corini. La nuova guida tecnica grigiorossa, approfittando della sosta per gli impegni delle Nazionali, ha avuto una decina di giorni per lavorare con la squadra, cercando di trasmettere i suoi principi di gioco. Con il cambio del tecnico, la società si aspetta una svolta, per una Cremo che finora ha avuto un rendimento non all’altezza delle aspettative. La prima di Corini coincide con una trasferta tostissima, sul campo della neopromossa Juve Stabia, che nelle prime otto giornate di Serie B ha recitato il ruolo di squadra rivelazione, battendo big del calibro di Bari, Sampdoria e Pisa e arrivando fino alla quarta posizione in classifica. Insomma, un brutto cliente da affrontare per la Cremonese, che comunque ha tutte le potenzialità per ottenere un risultato positivo.

Domani il suo esordio in grigiorosso in una partita che porta con sé tanti temi: le aspettative sul suo esordio e un avversario reduce da un grande inizio di campionato…

“Sì, affrontiamo una squadra che sta facendo molto bene e ha vinto la Serie C giocando un calcio di alto livello riproposto anche in queste prime giornate. Abbiamo piena consapevolezza dei valori dell’avversario, ma in queste due settimane abbiamo lavorato sulle idee che vogliamo mettere nella squadra e che voglio vedere. Sicuramente consolideremo tutto col tempo, ma dai nostri ragazzi ho visto predisposizione nel fare certe cose e condividerle. La partita sarà una verifica di tutto questo e sicuramente considerando il valore e il momento dell’avversario sarà sicuramente complicata, ma le difficoltà vanno affrontate con coraggio e a Castellammare voglio vedere questa mentalità”.

Al di là del modulo, che squadra vedremo in campo domani?

“Loro sono una squadra che palleggia e salta le linee di pressione, quindi abbiamo un’idea su come contrapporci a questo stile di gioco per prenderci vantaggi e recuperare palla. In possesso loro pressano forte e dobbiamo trovare soluzioni diverse per renderci più verticali, in queste settimane abbiamo messo insieme tante cose e la percezione che ho avuto è che già in campo domani qualcosa su cui abbiamo lavorato lo potremmo vedere. Se riusciamo a spostare la partita dove vorremmo noi potremo prenderci dei vantaggi rispetto alle loro qualità, che sono indiscusse, ma io credo che il gruppo abbia valori importanti e, come ho già detto in fase di presentazione, servirà avere dentro un sacro fuoco, una cattiveria agonistica fondamentale per elevare le qualità tecniche. Se noi sapremo portare in tempo questo tipo di mentalità i valori potranno uscire, e io ho grande fiducia del lavoro fatto in queste due settimane”.

Quali saranno gli indisponibili? Che giorni di lavoro sono stati senza gli infortunati e i nazionali, arrivati più tardi?

“Johnsen sta procedendo bene e dovrebbe rientrare completamente a disposizione da lunedì, purtroppo Ceccherini ha sentito fastidio al polpaccio e si è fermato, ma in un paio di settimane dovremmo recuperarlo. Castagnetti è tornato in settimana attraverso un lavoro graduale, deve ancora lavorare tanto ma resta un giocatore fondamentale a livello di carattere e personalità, in questi tre allenamenti ha già dato tanto e adesso saprà ritrovare la condizione adeguata. Sui nazionali sappiamo che vengono chiamati per le loro qualità, li ho sentiti telefonicamente per presentarmi e fare due chiacchere, in questi giorni li ho trovati bene e con il mio staff abbiamo cercato di indicare loro l’essenziale su ciò che vogliamo fare”.

Cercherà di sfruttare di più gli esterni offensivi della rosa come Johnsen, Buonaiuto e Vandeputte?

“Sono tutti giocatori con caratteristiche e qualità importanti, cercheremo di valorizzarli per quelle che sono le loro attitudini”.

Preferisce un attacco che lavori in verticale o che aspetti che la squadra salga?

“Io penso che il lavoro di Giovanni (Stroppa, ndr) nel controllare il gioco sia stato molto importante, anche a me piace far riconoscere ai nostri giocatori che quando si supera una linea di pressione si può andare veloci. Non significa solo lanciare palla in profondità, ma andare in avanti per occupare gli spazi che si liberano e capire come coordinare i giocatori per destrutturare la difesa avversaria. Sulle caratteristiche, ci saranno sicuramente giocatori con caratteristiche offensive e, in base a come vorrò approcciare la partita, sceglierò se procedere con una o due punte, un trequartista o giocatori con attitudini di un certo tipo sugli esterni. Abbiamo grande variabilità e questo mi permette di attuare diverse strategie anche a gara in corso”.

Il calcio di oggi è una scienza, tutti gli elementi di una partita sono studiati nel minimo dettaglio. In che modo si può essere più pericolosi su calcio piazzato? Sulle fasce preferisce giocatori a piede invertito o col piede forte?

“A volte si può giocare piede su piede o a piede invertito, in questo caso si può rientrare sul piede forte e sviluppare delle giocate. L’aspetto fondamentale è che fino all’ultimo metro c’è una profondità da attaccare, perché si dilata la linea avversaria e possono nascere degli spazi. L’idea è quella di allungare il più possibile il campo e stiamo lavorando su questo principio. Il calcio si sta sicuramente evolvendo, ma i principi di anni fa valgono tuttora, ci sono stili che si impongono e altri che cambiano per contrapporvisi. È la bellezza di questo sport. Nel tempo sono cambiate anche le regole, che privilegiano il gioco d’attacco. Sotto questo aspetto le palle inattive diventano fondamentali, perché danno grande possibilità di fare gol: noi abbiamo ottimi battitori e giocatori che possono essere pericolosi, quindi dobbiamo sfruttare questo fondamentale. Allo stesso tempo dovremo essere molto attenti a lavorare sulla difesa dei piazzati, dovremo lavorare per renderli un vantaggio e non uno svantaggio”.

Vuole mandare un messaggio ai tifosi, il cui sostegno non è mai mancato?

“Quando si rappresenta una squadra si rappresentano una città e una tifoseria intera. A volte le settimane sono condizionate dal risultato della squadra e proprio per questo vogliamo regalare una gioia, soprattutto quando ci sono sacrifici ulteriori come nel caso delle trasferte. L’amore per la squadra porta a fare viaggi poco agevoli a livello di kilometraggio come quello di domani, lavoreremo per regalare loro soddisfazione e giustamente la squadra andrà a salutare e a ringraziare per l’appoggio, che sono sicuro non mancherà. Noi dovremo meritarcelo con l’atteggiamento e la prestazione, che dovrà essere alla ricerca del risultato. Quando hai ambizioni importanti la prestazione deve portare al risultato, che crea autostima e consapevolezza. A Castellammare di Stabia voglio vedere questo in campo”.

Dove può rendere al meglio Majer, un giocatore che lei conosce bene?

“Credo che sia un palleggiatore che ha qualità per inserirsi e calciare bene anche da fuori, a volte si può giocare con un palleggiatore e un altro centrocampista più offensivo. Parliamo di un giocatore duttile e importante per la categoria, a Lecce è stato un titolare con me e credo che abbia tutte le caratteristiche per lasciare una traccia importante a Cremona. Confido nelle sue qualità”.

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