la V-Seven Cologno firma il bis
Da riprogrammare i playoff
arrivò a Bozzolo, il ricordo
Aveva 88 anni
la V-Seven Cologno firma il bis
Da riprogrammare i playoff
arrivò a Bozzolo, il ricordo
Aveva 88 anni
“Trust the process” e’ un’espressione che in questo momento in casa Vanoli sembra calzare su più fronti. Il primo, dopo un avvio di campionato avaro di soddisfazioni, è ovviamente quello di squadra: servono tempo e pazienza per vedere questa squadra esprimere appieno le proprie qualità e, al netto di qualche errore che non ti aspetti da qualche singolo, giova ricordare che nelle prime due giornate il calendario ha riservato ai biancoblu due squadre da Coppe, con ambizioni e budget che ne conseguono.
Un altro fronte è quello dei singoli, variegato nelle situazioni e nei relativi step da compiere. C’è chi, dopo la gavetta della A2, deve dimostrare di poter stare al piano di sopra; c’è anche chi ha assaggiato altri parquet europei e ora si trova di fronte il campionato italiano, al fianco di uno che questo campionato lo conosce da tempo, ma non con la casacca vanoliana addosso.
Poi ce n’è uno che, nonostante sia tra i più giovani del gruppo, ha appena iniziato la propria terza stagione all’ombra del Torrazzo con la voglia di spaccare il mondo. Nella prima annata Paul Eboua ha riportato la Vanoli nella massima serie vincendo tutto ciò che si poteva vincere (pure il premio di top scorer nelle finali di Supercoppa e Coppa Italia), per poi (ri)affrontare il palcoscenico della Serie A sempre agli ordini di coach Cavina.
Una prima parte di stagione, la scorsa, di assestamento, poi il cambio di marcia, prima in sordina e poi fragoroso nelle ultime quattro giornate, dove mette insieme cifre da stropicciarsi gli occhi: 17 punti e 7 rimbalzi a partita, con la stat-line al tiro che recita 82/54/92.
Quando a quel fisico modellato con lo scalpello e a quell’atletismo debordante abbina lucidità e continuità, Paul è uno spettacolo per gli amanti della pallacanestro e la stessa cosa deve aver pensato coach Messina che, abbagliato da quel diamante grezzo con lo status di italiano, qualche mese fa ha pensato bene di blindarlo ma di lasciarlo “a casa” ancora per un po’.
Ora ci sono i galloni del titolare, minuti e responsabilità importanti ma, a giudicare da quanto raccontato ai microfoni di Basket&Co, tutto ciò non sembra spaventare il lungo biancoblu: “Non la vedo come una stagione particolare, credo sia inutile mettermi ulteriore pressione addosso. Voglio lavorare e migliorare ogni giorno, sia come giocatore che come squadra”.
Piccoli passi quotidiani, ma con obiettivi ben chiari in testa, uno nobile e l’altro ambizioso: “Voglio ricambiare la fiducia che allenatore e società hanno avuto in me – ha spiegato Eboua – mi hanno cambiato la carriera, portandomi a Cremona non nel mio momento migliore e facendomi crescere. In più, mi piacerebbe molto fare i playoff”.
Forse al momento la situazione suggerisce altre priorità, ma l’etica del lavoro del nazionale camerunense è all’altezza delle sue ambizioni: per maggiori informazioni citofonare a coach Gigi Brotto, metodico, quest’estate e non solo, nel lavorare sulla consistenza del tiro da tre punti di Paul, aspetto piuttosto in alto nella to-do-list per fare davvero il salto di qualità.
Un altro è la continuità di rendimento, anche se i 14 punti con 7 rimbalzi sfoderati nella sfortunata gara contro Reggio sanno di bella reazione dopo il timido esordio contro Tortona. Trust the process, dunque, ma ora serve confermarsi, perché se è vero che questa squadra non ha un totem ventellomedista catalizzatore di attenzioni, è altrettanto innegabile che abbia un gran bisogno di lui. Uno che può mettere palla per terra o colpire dalla lunga, proteggere il ferro e mangiare in testa ai lunghi avversari, da 4 ma anche da 5, perché tanto quando hai quell’atletismo i gap di centimetri si fanno più dolci.
Come in un noto film con Al Pacino, “The world is yours”, Paul. Ora vallo a prendere e mostra a tutti ciò di cui sei capace.
Alberto Guarneri