Corini: "La Cremonese
ha le potenzialità giuste"
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Conferenza stampa di presentazione per il nuovo allenatore della Cremonese Eugenio Corini, andata in scena nella sala stampa del centro sportivo Arvedi. Al fianco del tecnico c’era il direttore sportivo Simone Giacchetta.
E’ stato proprio quest’ultimo a introdurre la conferenza di Corini, tornando anche sulle motivazioni che hanno portato alla decisione di esonerare Giovanni Stroppa. “Vorrei ringraziare mister Stroppa e il suo staff – ha detto Giacchetta -. Abbiamo vissuto con grande intensità la scorsa stagione, fino a raggiungere la finalissima dei playoff. Siamo ripartiti quest’anno con la voglia di ripeterci, ma purtroppo l’atteggiamento della squadra in campo nelle ultime partite non ha dato più la possibilità di poter pensare di proseguire con Stroppa, nonostante la grande stima nei confronti suoi e del suo staff. Dopo due giorni di riflessioni, si è giunti alla scelta di esonerare mister Stroppa. Abbiamo subito pensato a coinvolgere Corini, che riteniamo un uomo con valori morali importanti, capace di saper gestire un gruppo che ha bisogno di responsabilizzarsi. Per tutti i calciatori il primo obiettivo è ritrovare la voglia e l’entusiasmo di andare a correre. Ci aspetta un percorso lungo e sostenere certe ambizioni non sarà semplice. Ma mister Corini sono sicuro che saprà integrarsi subito in questo gruppo”.
Poi ha preso la parola il nuovo tecnico grigiorosso Eugenio Corini: “Saluto la città di Cremona e tutta la sua tifoseria. Sono molto felice di aver colto questa opportunità che mi è stata concessa. Io e il mio staff daremo il massimo per portare la Cremo in alto, dove vogliamo che arrivi”. Poi la conferenza stampa è entrata nel vivo con le domande dei tanti giornalisti presenti.
Cosa pensa della Cremonese dopo averla vista da fuori, anche allo stadio, e da dentro, durante questi primi allenamenti?
“Ero allo Zini in occasione di Cremonese-Spezia, match successivo alla grande vittoria della Cremonese a Sassuolo. Essendo libero, con il mio staff ho seguito la Cremonese, ma anche altre formazioni. Si tratta di una squadra che l’anno scorso è arrivata a un centimetro dalla promozione e che è ripartita con grandi aspettative rispetto a questo campionato. E spesso quando hai queste grandi aspettative, gli avversari tendono a sapere che tutto il peso grava sulle tue spalle. Forse il fatto di pensare che bastava fare poco per essere ancora super competitivi anche quest’anno ti ha fatto lasciare qualcosa per strada. Il potenziale c’è e ieri, parlando per la prima volta con i giocatori, ho cercato di responsabilizzarli su un aspetto che per me è fondamentale, cioè che avere qualità e caratteristiche importanti non vuol dire poter vincere, per farlo ci devi mettere dentro tante cose. Mi riferisco alla rabbia agonistica, alla voglia di far fatica insieme. Quando ti danno per favoriti devi metterci qualcosa di diverso, avere giocatori molto forti per la categoria non è sufficiente. La pressione di dover vincere è un privilegio, ma bisogna prepararsi al meglio per saperla reggere. Riguardo questo aspetto dobbiamo lavorare”.
Come cambierà il modo di giocare della squadra?
“Stroppa è un collega molto preparato, per il quale ho il massimo rispetto. Capisco che bisogna riconoscersi in un sistema tattico, ma per me nel calcio moderno c’è un concetto più evoluto che consiste nell’occupare e liberare spazi, nell’avere una squadra dinamica che ha voglia di attaccare, che ha voglia di difendere insieme quando la palla è tra i piedi degli avversari. La rosa costruita ha attitudini molto importanti. Creerò la struttura tattica in grado di far rendere al meglio i giocatori. E in questo calcio che ti permette di effettuare cinque cambi, sarà fondamentale che tutti siano motivati, con un grande senso di responsabilità. E questo vale per chi inizia la partita e per chi può andare a finirla. Dovrò far capire quanto sia importante anche questo tipo di aspetto”.
Che squadra ha trovato a livello di umore e di testa?
“Il direttore mi aveva spiegato che il gruppo è coeso e ha sempre lavorato con grande intensità e nel primo allenamento di ieri ho rivisto esattamente quello che mi era stato raccontato. I ragazzi sono sicuramente delusi per la situazione che si è creata, ma sono motivati per ripartire. Dal punto di vista dei valori e umani e sotto l’aspetto delle caratteristiche tecniche c’è tutto per fare un campionato da protagonisti. Questa responsabilità deve farli andare più forte, anche negli allenamenti. Non basta essere un buon professionista, devi avere qualcosa dentro che ti invoglia a migliorare ogni giorno. Serve il fuoco giusto per affrontare le difficoltà”.
Riallacciandoci alla responsabilità, pensa che l’esperienza di Palermo possa essere stati utile: anche là si sentiva il peso del risultato da raggiungere…
“E’ da qualche anno che faccio l’allenatore e ho una certa esperienza. Penso che sia sempre necessario parametrarsi sugli obiettivi fissati. A Palermo, il primo anno c’era l’obiettivo di consolidare la categoria e siamo arrivati ottavi a pari punti al Venezia, che aveva un budget molto più alto del nostro, dunque, secondo me abbiamo fatto un lavoro importante di costruzione con una proprietà che era appena arrivata. Il secondo anno l’obiettivo era arrivare in zona playoff ed eravamo dentro pienamente in linea. Abbiamo vissuto anche scorci di campionato dove ci siamo trovati molto avanti rispetto a quello e c’era dunque da completare un percorso. Sicuramente c’è tanta pressione e bisogna saperla reggere, per me l’equilibrio diventa fondamentale in questo tipo di situazione e poi il parametro è sempre la qualità complessiva, l’obiettivo che ti determina la società. Qua mi sembra chiaro già dal contratto firmato fino a giugno quale sia l’obiettivo: passa tutto attraverso questo campionato. Su quell’obiettivo ci parametreremo”.
Lei è un esperto conoscitore della Serie B, che ha già vinto a Brescia. Le chiedo che impressione le hanno fatto finora le avversarie…
“La Serie B è uno dei campionati più difficili e complicati d’Europa perché c’è un equilibrio incredibile. L’anno scorso secondo me c’erano 3-4 squadre più dominanti: penso al Parma, penso al Como che comunque ha una proprietà molto importante, al Venezia stesso che aveva fatto la Serie A. Quest’anno il Sassuolo è la squadra che per qualità e caratteristiche mi impressiona. In questo momento c’è un grandissimo equilibrio e noi, di conseguenza, su questo equilibrio abbiamo uno spazio di manovra molto importante. Trenta partite a disposizione sono un mondo. Sicuramente contano la continuità di risultati e la continuità di prestazione e anche la consapevolezza che se una partita ti va male puoi ricostruire da quella dopo. Faccio un esempio: l’anno scorso il Cosenza a 4-5 partite dalla fine rischiava la retrocessione poi ha concluso a un punto dai play-off. La Serie B è veramente incredibile, bisogna saperci stare dentro, non mollare, reggere l’urto di qualche momento negativo, avere una grande sicurezza fino all’ultimo”.
Come si entra nella mentalità di questi giocatori che si trovano di colpo, dopo aver perso la Serie A, al settimo posto in classifica?
“Penso che la testa muova tutto, che creare la mentalità sia fondamentale. Qui sono veramente tutti ottimi professionisti, ma non basta: devi fare qualcosa in più e il mio compito, il mio dovere è stimolare questi aspetti. Se io riuscirò e avrò la volontà di far capire a loro quanto sia importante questo, si creerà la mentalità giusta e troveremo le risorse per uscirne. Sotto questo profilo possiamo crescere e consolidare una rosa che ha qualità importanti”.
Lei, da bresciano, ha fatto un percorso importante a Brescia e sa quanto nel calcio queste dinamiche con i tifosi a volte incidono…
“Da quando ho 17 anni ho avuto la fortuna di diventare un professionista nel calcio, giocando in tantissime squadre importanti e allenandone altrettante. Ho un grande rispetto del mio passato perché ho dato rispetto, ho ricevuto rispetto. Ora sono concentrato su quello che rappresenta oggi per me la Cremonese, che è una grandissima opportunità dove mi piacerebbe creare un percorso di un certo tipo che sarà basato sul mio lavoro, sui risultati che otterrò. È una piazza ricca di blasone che ha tanta passione. Quando sono stato allo “Zini” per assistere alla partita con lo Spezia ho visto che c’è un bellissimo clima allo stadio. Io mi concentro su questo e cercherò di farmi apprezzare per il mio lavoro: sono sicuro che si creerà anche con la tifoseria quell’empatia che per me diventa fondamentale e che nasce dalla reciproca fiducia. Nel mio ruolo è normale a volte essere criticati, però cercherò di spiegare, anche attraverso voi, le mie idee. Ritengo fondamentale il supporto della gente, e qui c’è grande condivisione e una grande voglia di spingere la squadra. Faccio l’esempio dell’anno scorso che per la mia squadra non è finito come avremmo voluto: vincevamo 2-0 a fine primo tempo e la Cremonese era in dieci. I ragazzi hanno reagito in campo e la gente li ha spinti verso una rimonta che sembrava difficile. Quel 2-2 ha dato a noi una botta emotiva e alla Cremonese una spinta incredibile per proseguire il campionato. Questa è la condivisione che voglio creare, l’energia che vorrei creare: noi abbiamo bisogno di loro e dobbiamo dimostrare di meritarci questo supporto. Farò di tutto per far recepire questo messaggio alla squadra”.
Mauro Maffezzoni