Basket

Vanoli: obiettivo 12 vittorie,
voltare pagina e testa a Pistoia

Nella foto Trevor Lacey e Phil Booth (foto Vanoli)

Hai voglia a sgranocchiare Maalox, dopo una sconfitta come quella di domenica. Avanti di 11 a 9’ dalla fine con quella sensazione di inerzia che sta scivolando dalla parte giusta, dopo che capitan Lacey aveva appena suonato la carica con due siluri dei suoi. E invece la porta a casa Reggio, che a quel 50-61 risponde con un parziale di 13-2 e la impatta. Senza strafare, senza abbagliare ma con il merito di approfittare dei (tanti) errori biancoblù, cavalcando le scorribande di un Winston ondivago ma a tratti pungente e i polpastrelli chirurgici di Jamar Smith (che bel giocatore), entrambi decisivi nel supplementare.

Brucia per mille motivi, ad esempio l’essere stati avanti nel punteggio per una vita nonostante una serata da 19 perse e il 39% da due, senza però riuscire mai ad affondare il colpo decisivo. Un’altra motivazione, decisamente pragmatica, l’ha offerta coach Cavina in sala stampa: “Il nostro obiettivo e’ vincere 12 partite, questa era una di quelle”. Vero. E se la perdi perché a qualche limite oggettivo e ad un processo di crescita ancora in corso aggiungi una corposa manciata di errori individuali eufemisticamente inattesi, fa ancora più male.

Ogni riferimento a Phil Booth che sbaglia tutti e tre i liberi sul +3 a 4’ dalla fine, a Tariq Owens che invece di maltrattare il ferro con la bimane a 2 centimetri dal canestro la scarica sul perimetro, oppure a Corey Davis – anche se si fa fatica a dare addosso ad uno che mette insieme 23 punti e 6 assist e che prova a prendersi delle responsabilità – che tra fine del regolamentare e overtime sbaglia quattro volte il tiro del sorpasso, è dolorosamente voluto.

Errori che, ovviamente, a questo livello non ti puoi permettere e che l’allenatore biancoblù non ha digerito: “Non possiamo controllare anche ciò che è imprevedibile – ha dichiarato con amarezza Cavina – ma si deve giocare tutti, per 40 o anche 45 minuti”. E qui, oltre che ai tre già citati protagonisti d’oltreoceano, e’ probabile che una tiratina d’orecchie sia arrivata anche a Tajion Jones, il cui impatto, al momento, è ancora piuttosto limitato.

Strigliatina? Così parrebbe e ovviamente la speranza è che il messaggio tocchi le corde giuste dei destinatari, alle prese con un adattamento fisiologico ma comunque non esenti da responsabilità. Quindi si butta via tutto? No, perché l’avvio di gara era stato decisamente incoraggiante, con una Vanoli rapidamente sul +8 e con gli ospiti a faticare a trovare contromisure all’aggressività difensiva di Davis e compagni.

Oltre al grintoso avvio, qualche buona notizia arriva dal pacchetto italiani, a tratti non solo supporting cast ma protagonista: altra partenza in quintetto per Luca Conti, che oltre all’applicazione difensiva, testimoniata anche dai 2 recuperi, porta alla causa 8 punti, 5 rimbalzi e 3 assist per un bel 15 di valutazione; per Federico Zampini invece, dopo un primo tempo non facile, nella ripresa arrivano lampi di talento, soprattutto in avvio di terzo quarto quando taglia a fette la difesa reggiana a suon di penetrazioni (9 punti complessivi).

Masticare amaro e guardare avanti appare l’unica soluzione sensata. “Gotta turn the page”, come ha suggerito un deluso capitan Lacey ai microfoni di Basket&Co. Facendo il doveroso mea culpa e scaricando sul parquet in settimana tutta la rabbia e la frustrazione generate da una sconfitta evitabile.

Testa bassa e lavorare, dunque. Senza ansia, ma con un certo senso di urgenza: domenica al PalaRadi arriva Pistoia, ed è “una di quelle 12”.

Alberto Guarneri

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