Gentili festeggia l'argento
al Campus di Santa Monica
Brillano le medaglie olimpiche nel giardino del Campus di Santa Monica, sede dell’Università Cattolica, accolte da Matteo Burgazzoli, responsabile della Vice-Direzione per Cremona, davanti a un gruppo di amici, studenti, autorità e giornalisti, c’è la storia del canottaggio cremonese, Giacomo Gentili, con la medaglia d’argento vinta a Parigi, Valentina Rodini, medaglia d’oro a Tokyo, Simone Raineri, oro a Sidney e argento a Pechino.
“È un piacere e un onore avere questa medaglia – le prime parole di Gentili -, ringrazio Cremona perché mi ha dato tanto, fin da piccolo, dalla canottieri Bissolati, la società che mi ha cresciuto, da quando ho intrapreso questo percorso. È stato duro perché il canottaggio è uno sport veramente faticoso e non abbiamo tutta questa visibilità. Il nostro obiettivo era l’Olimpiade, il sogno che abbiamo tutti nel cassetto e poter raggiungere questo traguardo e la medaglia che porto al collo”.
Rodini era a Parigi, ma in un’altra veste, quella di Ambassador per il Coni, un modo diverso per vivere i Giochi: “Non mentiamoci, non è stato facile non essere in acqua. Però, devo dire che è stato magnifico viverla dall’altra parte, perché ho potuto vedere tutti gli sport, ho potuto accogliere i medagliati che arrivavano a Casa Italia dopo le loro vittorie e il clima era qualcosa di fantasmagorico”.
Non manca il racconto della finale olimpica e della strategia decisa dal capovoga che a metà gara ha avuto la lucidità di capire che provare a giocarsi l’oro con l’Olanda poteva mettere a rischio la seconda posizione. La capacità di Giacomo di comprendere la forza della sua squadra ha fatto ancora una volta la differenza, ma non è stato facile perché come ha spiegato “quando vinci il merito è di tutti, quando perdi, la responsabilità è al 75% del capovoga”, considerazione che ha trovato d’accordo anche Simone Raineri: “Il capovoga è quello che gestisce la gara, fa il ritmo, decide quando attaccare, aumentare o diminuire il ritmo. Ma ci riesce se dietro è ben supportato da un equipaggio che riesce a leggerlo, a seguirlo, a capire quando vuole aumentare e quando vuole scendere sul passo”.
“Andrea Panizza, che è sul carrello alle mie spalle – prosegue Giacomo – ormai capisce quello che sto per fare anche da movimenti impercettibili. Molti mi chiedono come facciamo, se in barca parliamo, ma non ce n’è bisogno”.
Valentina, che ha studiato in Cattolica, sottolinea l’importanza che anche le università incentivino lo sport “quando ho cominciato io non era facile studiare per un atleta, oggi è diverso perché le università stanno aprendo allo sport. Ed è bello che anche le aziende del territorio ci abbiano sostenuto riconoscendo il valore di una medaglia olimpica”.
“Lo sport cremonese deve crescere ancora – conclude Gentili – perché, come diceva Valentina, questa è una piccola città ma con grosse potenzialità, si dovrebbero fare più eventi e portare i bambini a fare sport; non dico che dovrebbero tutti fare canottaggio, però è uno sport bellissimo che insegna veramente tanto. Bisogna fare sport perché è un trampolino di lancio nella vita e non importa se non diventerai un campione, sarà comunque bellissimo“.
Cristina Coppola