Ciofani: "Sono e resto un figlio
di Cremona e ne sono orgoglioso"
Nella puntata speciale de “Il grigio e il rosso” Eleonora Busi ha l’ex capitano grigiorosso Daniel Ciofani. Una chiacchierata a 360° dall’inizio della sua carriera, passando per le emozioni del ritiro e il futuro.
Partiamo dalla fine, Daniel, invece che dall’inizio. O forse, per meglio dire, da un nuovo inizio. Ti faccio vedere queste immagini, è lo stadio. Pochissimo tempo fa c’è stato il grande saluto da parte dello Zini, della curva e di tutta Cremona che ti ha dimostrato di essere a tutti gli effetti figlio di questa città e da qui riparte la tua vita da ex calciatore, devo dire così.
“Sì, mi devo abituare anch’io, ancora oggi ogni volta che incontro qualche tifoso in strada a Cremona e mi dicono è il capitano, devo correggerli con ex capitano. Il tributo è stato fantastico, non dovuto ma ben accolto e ancora ora mi vengono i brividi. Oliver, mio figlio, che mi fa domande ingenue ma che fanno capire quanto quel momento sia stato grande. Mi chiede, ‘ma quel giocatore che è uscito dal campo gli danno la il quadro con il numero delle presenze, come a te? No, non lo fanno per tutti. Quindi questo è un esempio di quanto sia stato grande questo tributo per me, che sono stato poco a Cremona. Perché comunque 5 anni sono sono pochi in una vita di una persona, ma in una carriera calcistica, soprattutto oggi, sono sono tantissimi.”
Ora invece torniamo indietro, a quel bambino che con il fratello, insomma, iniziava a tirare i primi calci al pallone, che sognava di diventare un calciatore. Quando ti sei reso conto che stavi realizzando quel sogno?
È stato un percorso. Dove ho spostato sempre più in là l’obiettivo. Quando ho firmato il primo contratto ho capito che potevo vivere di calcio. Ho realizzato quello che sognavo quando abbiamo giocato insieme in serie A io e mio fratello, è stata un’emozione grandissima. Poi Forse quando ho fatto gol al Milan, che è stato il mio quarto gol in serie A, segnato alla mia squadra del cuore, c’erano mamma e papà a vedere la partita, c’era Raffaella… Quello è stato il momento in cui in cui ho detto ‘Cavolo, ho fatto gol al Milan!’ il mio sogno sarebbe stato giocare con i rossoneri poi insomma, uno si rende conto che magari proprio a certe squadre non non ci può arrivare, ma ci sono arrivato in un altro modo.”
E adesso? Ho davanti un dirigente?
Sulla carta sì. In pratica c’è tanto da studiare e tanto da imparare. Ecco, possiamo dire giovane dirigente, ora non possono dire più niente sull’età. Si può dire soltanto che sono giovane. (ride ndr)
Però, insomma, c’è anche un allenatore in costruzione
Si, sto terminando il corso da allenatore per avere anche una visione a 360 ° di quello che è il calcio e il suo rettangolo di gioco.
La strada quindi adesso è chiara
Abbastanza. Mi piacerebbe intraprendere una carriera dirigenziale con potere decisionale, ma a modo mio. Non mi piace il calcio delle etichette, dei luoghi comuni, dei modi di dire. Non mi piace il like facile. Ecco, io voglio dire quello che penso, scegliendo le parole giuste.
Beh, la cosa sicura e certa è che comunque questo futuro prossimo sarà alla Cremonese al momento, tu resti un figlio di Cremona a tutti gli effetti e della cremonese.
“Orgoglioso di esserlo”
Eleonora Busi