Addio a Brambillaschi, figura
stimata del nostro calcio
Si è spento all’improvviso, a 62 anni, a nemmeno un mese dalla pensione: era appena tornata dalle vacanze, proprio per festeggiare l’ambito traguardo, Carlo Brambillaschi, stimatissimo ex calciatore e poi allenatore e dirigente del calcio cremasco. A spegnerlo un malore. Era manager per la Majestic, azienda per la quale aveva lavorato oltre 40 anni.
L’ultima sua vittoria l’aveva centrata, da direttore sportivo, a maggio, contribuendo a riportare il Casale in Prima categoria, dove l’anno prossimo giocherà il sempre sentito derby con la Sergnanese. Ma Brambillaschi non potrà vivere purtroppo quel derby, che avrebbe avuto per lui un significato molto particolare: Brambillaschi, per tutti Carletto, aveva infatti portato, in carriera da dirigente, proprio la Sergnanese al doppio salto dalla Terza alla Prima.
Da calciatore si ricorda con la maglia del Crema 1908, ruolo attaccante, capace di vincere coi compagni il campionato 1985-1986 di Promozione col salto in Interregionale (equivalente alla serie D, all’epoca l’Eccellenza non esisteva ancora). E proprio per quella vittoria, e in generale per il suo impegno con i colori nerobianchi (per i quali è stato anche allenatore), Brambillaschi è stato ricordato dalla società cremina su Facebook. Seconda punta ricca di fantasia, il classe 1962 era anche un rigorista infallibile (anche se non era il primo rigorista designato in un team ricco di piedi buoni) e a Crema era arrivato dopo i campionati alla Soresinese.
Da allenatore “Carletto” aveva sfiorato uno storico double con la società del suo paese, Romanengo: nel 2010 stravinse infatti il campionato di Terza e si arrese soltanto in finale di Coppa Lombardia. Tra le panchine da ricordare anche quelle di Ombriano Aurora e Chieve e dei bergamaschi della Calcense.
I funerali saranno celebrati lunedì alle ore 11 nella sua Romanengo: la notizia si è subito sparsa nel mondo del calcio dilettantistico cremasco e non solo, creando stupore e sgomento. Brambillaschi era molto apprezzato perché, al di là del fatto di essere un dirigente capace e vincente, con un ottimo curriculum, era una persona molto corretta e affabile.
Giovanni Gardani