Cremonese

Serie B al capolinea tra
emozioni, conferme e delusioni

Foto Sessa

Nel calcio, si sa, nulla è scontato. I grandi filosofi di questo sport, però, sanno che lo è ancor meno in Serie B. Un campionato in cui puoi costruire la miglior squadra delle venti in gara, ma puoi serenamente perdere in casa dell’ultima in classifica. Non è un caso che la cadetteria ogni anno regali sorprese, conferme e delusioni.

La più grande conferma, senza ombra di dubbio, è quella del Parma. I crociati, guidati da mister Pecchia, uno che di promozioni se ne intende (a Cremona lo sappiamo bene), infatti ha letteralmente dominato il torneo. Merito dell’allenatore senza ombra di dubbio, ma anche di un gruppo di giocatori che hanno fatto il salto di qualità. Due attaccanti in doppia cifra come Benedyczak e Man in pochi possono permetterseli. Vogliamo poi parlare di Bernabé? Uno che in mezzo al campo domina tecnicamente e con il pensiero. Ah, ha fatto anche nove gol. Al di là della freddezza dei numeri, questa squadra ha ampiamente meritato la massima serie, anche per la filosofia di gioco, non sempre facilmente applicabile in B.

Alle spalle del Parma ecco una sorpresa. Il Como infatti, ai nastri di partenza, non era indicata come una delle pretendenti alla promozione diretta. Ma, come dicevamo, nulla è scontato. Ecco allora che il tandem Roberts-Fabregas, sul quale, non dimentichiamoci, c’era molto scetticismo, porta a casa un risultato che profuma di miracolo sportivo. Che poi miracolo fino a un certo punto, vista la rosa e la solidità della proprietà dei lariani. Sta di fatto che questa squadra il 9 marzo, dopo aver perso a Cremona, non era certamente indicata come la favorita per la Serie A. Da lì in poi nove risultati utili consecutivi e grande festa sul lago. Aggiungiamo: che rivincita per Cutrone, che torna nella massima serie con il ruolo di protagonista.

Cremonese e Venezia si sono invece giocate la promozione nella finale playoff. Due percorsi diversi, ma per certi versi simili. I lagunari sicuramente erano partiti qualche casella dietro ai grigiorossi nell’ipotetica griglia finale, ma un grande allenatore come Vanoli e tanti giocatori che hanno over performato, hanno portato i veneti al terzo posto nella regular season. La Cremonese invece ha pagato l’avvio deludente con Ballardini, facendo praticamente tutta la stagione in rincorsa con Stroppa. Il tecnico di Mulazzano ha guidato i suoi in un percorso in salita, compattando il gruppo e facendo rendere al meglio i suoi big. Nella tanto attesa finale però, a spuntarla è stato il Venezia, arrivato al doppio scontro con più benzina e motivazioni.

Prima parlavamo di sorprese. Beh, possiamo dirlo, la più grossa è senza dubbio il Catanzaro. Una neopromossa che ha comandato sulla maggior parte delle squadre incontrate. Un allenatore, Vivarini, che senza dubbio meriterebbe una panchina in A. Tante belle scoperte, come Vandeputte e Biasci, unite a garanzie come Iemmello e Petriccione. Troppo forte la Cremo nella semifinale playoff, ma i calabresi hanno comunque regalato una super stagione ai propri tifosi.

E’ arrivato allo stesso punto del Catanzaro anche il Palermo, ma in questo caso parliamo di delusione. Sì perché la rosa e le aspettative della piazza erano ben altre. Pasticci clamorosi in panchina, con l’esonero tardivo di Corini, poi la scelta di Mignani, buon allenatore ma subentrato quando ormai la stagione aveva preso una brutta piega. In mezzo ottimi colpi, come Ranocchia, ma la squadra non ha reso. Non si è mai visto gioco, compattezza. Non si è mai vista coesione del gruppo. Tutto, o quasi, da dimenticare.

C’è poco da dimenticare invece per Sampdoria e Brescia. I blucerchiati partono male, l’allenatore Andrea Pirlo che rischia l’esonero dopo poche partite. Poi il cambio di passo, l’inversione di marcia, la svolta. Il tecnico trova la quadra e porta i suoi ai playoff, bravo. Bene anche il Brescia, protagonista di un percorso simile a quello dei doriani. Nel finale qualche forza è venuta a mancare (vedi la rimonta subita a Catanzaro nel primo turno dei playoff), ma la stagione è stata positiva.

Cosenza, Modena, Reggiana e Sudtirol chiudono tutte a 47 punti, salvandosi senza patemi e accarezzando, più volte nel corso del campionato, il sogno playoff. Sogno che però resta tale, perché il valore della rosa si scontra con la realtà che parla di squadre più attrezzate per entrare tra le magiche otto. Qualche rimpianto forse solo per il Cosenza, visto che da quelle parti qualche ottimo giocatore si è visto, quantomeno a nome. Al nome sono corrisposti però anche i fatti di Gennaro Tutino, uno che di B se ne intende, così come di gol. Quelli non gli sono praticamente mai mancati, neanche quest’anno. L’ex Salernitana e Parma chiude infatti con un bottino da 20 gol, una cifra che ha pure fatto nascere qualche pensierino nella testa del CT Spalletti, che però ha poi preferito contare su bomber della massima serie. Questo non cancella comunque un campionato più che convincente.

Un netto passo indietro per Pisa e Cittadella invece, che ormai ci avevano abituati quantomeno ai playoff. Non è andata così, anche perché sul mercato a volte le scommesse si possono perdere. Due formazioni da metà classifica che si sono infatti posizionate in quella zona. Rimpianti? Pochi in realtà. Anzi, ottima scoperta Alberto Aquilani, alla prima panchina tra i grandi dopo il super percorso fatto con la Primavera della Fiorentina. Nella prossima stagione ci si aspetta comunque qualcosa in più da entrambe.

C’è tanta delusione anche per lo Spezia, retrocesso nella passata stagione nello spareggio con l’Hellas Verona. Nonostante una rosa importante e grosse ambizioni, i liguri si sono salvati in cadetteria rischiando parecchio. Fallimentare la gestione Alvini, con la società costretta a correre ai ripari con D’Angelo, certezza per questo campionato. In ogni caso nella prossima stagione servirà riprogrammare per, quantomeno, pensare al ritorno in A.

Nella zona calda si salva in extremis anche il Bari, che condanna alla retrocessione ai playout la Ternana. Un anno difficilissimo per i pugliesi che sono passati, in 12 mesi, dall’accarezzare il sogno promozione al dover allontanare lo spauracchio Serie C. Simbolo della salvezza Di Cesare, bandiera del Bari, decisivo anche negli stessi playout. Tutto da buttare invece per la Ternana, che dovrà ripartire dalla terza serie dopo una stagione fallimentare.

Insieme alle Fere vanno in C anche Ascoli, FeralpiSalò e Lecco. L’Ascoli in realtà molto a sorpresa, meno clamore per le retrocessioni delle due ex neopromosse. Feralpi e Lecco partivano senza i favori dei pronostici ed effettivamente hanno confermato sul campo i propri valori. Due formazioni, oggettivamente, non all’altezza della B, anche se in alcune partite hanno dimostrato che, tramite organizzazione e coesione, possono comunque arrivare i risultati.

A prescindere da risultati, valori e statistiche, questo campionato si conferma sempre come il più “pazzo”, un’altalena di emozioni che abbiamo avuto il piacere di raccontarvi.

Simone Guarnaccia

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