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Cremonese vs Venezia:
uno spot per la Serie B

L'esultanza della Cremo dopo la vittoria col Venezia allo Zini (foto Sessa)

Cremonese – Venezia non sarà solo una finale playoff tra le più quotate, tra quarta contro terza, tra miglior difesa e attacco più prolifico. Il duello tra grigiorossi e lagunari, violini stradivariani e leoni di San Marco, porta in fondo alla post season il confronto tra due squadre dalla fortissima identità.

Alla faccia di Cesc Fabregas, convinto che i giochisti siano solo i suoi lariani, i ducali di Fabio Pecchia e le aquile catanzaresi di Vincenzo Vivarini. Nelle proposte di Giovanni Stroppa e Paolo Vanoli c’è un’impronta profonda di calcio moderno. La Cremonese ha sempre puntato sul dominio, ha creato occasioni offensive più di tutti in stagione (circa 860 conclusioni solo in regular season) e con il possesso palla ha costruito la prima arma di controllo e difesa. Con solo 32 reti subite, nonostante ad oggi sia arrivata a schierare come titolare quello che in estate era il terzo portiere in rosa (Gianluca Saro), la Cremonese ha dimostrato con Stroppa una solidità spesso granitica, condita da una quindicina di vittorie di corto muso. Nel modulo grigiorosso, un 3-5-2 che si ridisegna in fase d’attacco, trovano spazio gli inserimenti delle mezzali, alcune di queste attaccanti “prestati” in mediana, e l’azione a tutto campo di Franco Vazquez, affiancato al bomber Massimo: 18 gol stagionali fanno di Coda il terminale più letale della Cremonese. In occasione dei playoff, Stroppa ha aggiunto una novità allo spartito: le due punte di peso. Nella versione grigiorossa del Ceravolo hanno trovato spazio dal principio Daniel Ciofani e Frank Tsadjout, col Mudo mezzala. Un’opzione in più in vista di una finale dai mille risvolti.

L’evoluzione tattica del Venezia, invece, che Vanoli ha preso in mano nella passata stagione dai bassi fondi della B, è figlia di un cambiamento di uomini e di una ricerca di equilibrio che lo staff lagunare ha raggiunto adottando la difesa a tre. Partita col 4-3-3 e una potenza di fuoco tale da diventare il miglior attacco della B con 69 gol fatti, 22 dei quali del capocannoniere Joel Pohjanpalo, la squadra veneta ha subìto nel mercato invernale la decisione del club di cedere un uomo chiave per il gioco a tre punte: l’esterno Dennis Johnsen, acquisito dalla Cremonese.

L’impatto dell’addio del norvegese è stato mitigato da un cambio di prospettiva, col graduale approdo ad un 3-5-2 molto più verticale rispetto a quello grigiorosso. A centrocampo Tanner Tessman e Gianluca Busio sono i motori di una squadra che somma velocità sugli esterni con fisicità al centro. Telecomandata da Vanoli, che a Venezia ha rianimato anche il pubblico del Penzo riportando il pienone sugli spalti (il ritorno in campionato con la Cremo fu record stagionale con numeri che risalivano all’ultimo campionato di Serie A) a godersi show di gol a volte anche schizofrenici (vedi ko interno con la Reggiana da 2-0 a 2-3). Votati a cercare sempre un gol in più dell’avversario, i lagunari hanno dominato il doppio confronto col Palermo in semifinale playoff. Oltre alla vittoria del Barbera firmata Pierini, ad impressionare è stata la veemenza del primo tempo del ritorno al Penzo. Non mancano le concessioni al nemico, che in stagione sono costate ko imprevisti e la mancata promozione diretta.

Nel complesso, all’atto finale di questi playoff con vista sulla Serie A arrivano due squadre che in stagione hanno dimostrato per numeri e indole di meritarsi un posto in paradiso. Per una delle due, il purgatorio finirà domenica notte.

Simone Arrighi

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