Cremonese

Cremo, con la Feralpisalò
arriva un altro testaCoda

La disperazione per il gol fallito nel finale da Coda (foto Sessa)

Una cinquantina di tiri in due partite non bastano più per spremere un gol. La Cremonese che a Bolzano aveva concluso diciotto volte verso la porta altoatesina era andata alla sosta con la rabbia della partita storta, con i danni dell’incidente di percorso che alle 17:30 di Pasquetta sembravano presentare un conto meno salato del previsto. Venezia ko in casa, Catanzaro corsaro a Parma, Palermo ancora nel tunnel, secondo posto al Como con possibilità di ritingerlo subito di grigiorosso.

Eppure il pericolo vero si stava per materializzare di lì a poco: ventotto spari a salve, ancor di più del Druso, contro una Feralpisalò che sulla carta è ancora meno del Sudtirol perchè penultima. Eppure, tra andata e ritorno, la Cremo con gardesani e altoatesini ha lasciato per strada quattro ko e zero reti realizzate.

Più delle due sconfitte consecutive, mai accaduto prima nella gestione Stroppa, preoccupa il tiro a segno ripetutamente fallito. Per approccio, le ultime due uscite grigiorosse sembrano gemelle: avvio dominante, gol sbagliati a ripetizione – Antov, Ravanelli, Coda due volte, Johnsen -, nemico sornione ma tremendamente pericoloso in ripartenza. A Bolzano si era andati all’intervallo sotto di un gol, con la Feralpisalò la convergenza rivedibile di La Mantia ha cestinato l’occasione più clamorosa della prima metà di 31esima giornata. Come al Druso, la mole di gioco grigiorossa si è infilata in un imbuto offensivo improduttivo.

Le occasioni da non dormirci la notte sono state tante, disseminate in una partita che la Cremo avrebbe dovuto vincere e invece ha ceduto al nemico con una disattenzione difensiva di Quagliata monetizzata da Bergonzi, difensore classe 2001 al secondo gol in B in carriera. Il finale all’arma bianca, con Ciofani nella mischia troppo tardi, Bianchetti e Ravanelli rintuzzati all’ultimo, Coda a fallire da zero metri, l’ansia di perdere un’occasione più unica che rara per rimettere il destino nelle proprie mani: tutti fattori che inchiodano la Cremo ai propri limiti offensivi, mascherati ad inizio anno da una difesa ermetica e nelle ultime settimane venuti al pettine come nodi della frenata a cavaliere dell’ultima sosta.

I rientri di Johnsen e Collocolo sono tra le note più positive di una giornata in cui sugli esterni Zaffaroni ha trovato il modo di mandare fuori giri Zanimacchia e Sernicola, mentre a Vazquez è toccato spesso arretrare per cercar palloni perdendo in ritmo e a Coda di fare sia da terminale che da sponda, lavoro sfiancante a maggior ragione se non ricaricato dall’adrenalina del gol. A secco il bomber Massimo, che ci ha provato in tutti i modi, a secco la Cremo da duecento minuti. E con la Feralpisalò, come all’andata, arriva un altro clamoroso testaCoda.

Simone Arrighi

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