Cremonese

Addio a "Emi" Magni, lacrime
per il tifoso ed ex grigiorosso

Lacrime e dolore per le comunità di Grontardo e di Levata, che si sono riunite nel primo pomeriggio di giovedì nella chiesa parrocchiale del paese, per dare l’estremo saluto a Emiliano Magni, la cui vita è stata stroncata a soli 32 anni in un terribile incidente in moto. Tantissimi gli amici che si sono stretti attorno al dolore del padre Giancarlo e della nonna Maria. Presenti i colleghi, i ragazzi dell’oratorio, ma anche un nutrito gruppo della curva della Cremonese che ha voluto testimoniare la propria vicinanza, anche con stendardi e striscioni. Perché Emiliano, era uno di loro.

Come ha detto il parroco, don Diego Pallavicini, nella sua omelia, “Emiliano ha saputo regalare a tutti bontà e amicizia in questi pochi anni della sua vita”. Il prelato ha espresso la sua vicinanza e quella di tutta la comunità alla famiglia del giovane, che anni fa aveva perso la madre Gigliola, e che ora si trova colpita da questo nuovo terribile lutto. Ma il sacerdote ha anche dato voce alla domanda che in situazioni come questa tutti si pongono: “Perché questo dramma, per una persona che non meritava di concludere così presto la sua esistenza terrena?”.

Dietro a tutto questo c’è un insegnamento, nell’eterna lotta tra bene e male: “Emiliano ci insegna che non c’è tempo da perdere” ha detto don Diego. “Che la vita è breve e che bisogna impegnare ogbni nostro istante per fare del bene”. Proprio come aveva fatto lui, che “ha dato il proprio contributo in ogni realtà con cui si è trovato a contatto, ha condiviso amicizia e fraternità anche nello sport”.

Per fare del bene – ha detto il sacerdote – basta poco: a volte è sufficiente sorridere alle persone che si incontrano. Come faceva Emiliano, che con il suo sorriso era sempre pronto a confortare chi capitava sulla sua strada o chi gli confidava un problema. Gesti semplici e piccole attenzioni che lui ha sempre avuto per tutti. Come tagliare l’erba del campo dell’oratorio quando c’era un torneo, o occuparsi della cucina. Piccole cose che fanno la differenza. Oggi dovremo camminare quotidianamente senza di lui, e non sarà facile. Ma dovremo essere tutti una presenza costante per la sua famiglia, essere loro vicino, e portare avanti quello che Emiliano ha iniziato” ha concludo don Pallavicini.

Al termine della celebrazione, è stata letta “La morte non è niente”, splendida poesia di Henry Scott Holland, e un messaggio scritto dagli amici più cari: “La vita è ingiusta. Sei andato via troppo presto e hai lasciato un grande vuoto in noi. Amavi la vita e non riuscivi mai a stare fermo. Trovavi sempre tempo per tutti. Eri semplicemente unico. Facevi sorridere sempre anche chi non ne aveva voglia, E chi ti ha conosciuto anche solo per pochi minuti ha capito che ragazzo buono eri. Sarai la stella più luminosa del cielo, proteggi ognuno di noi”. Parole sentite, che hanno suscitato uno scrosciante e liberatorio applauso nell’assemblea.

Dopo la benedizione finale, un lungo e solenne corteo funebre ha accompagnato il feretro fino al cimitero del paese, dove Emiliano riposerà accanto a mamma Gigliola.

Laura Bosio

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