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Tennis, il delegato Manfredi:
"A Cremona giovani di talento"

C’è un’Italia vincente che fa sognare: è quella del tennis che ha conquistato la Davis dopo 47 anni e di Sinner, autore di un’impresa memorabile nel primo Slam del 2024. Dietro di loro tanti giovani si avvicinano a questo sport. Non è un caso se all’improvviso sono sbocciati talenti azzurri in grado di sfidare i grandi della racchetta: alle spalle ci sono lavoro e programmazione, oltre a una grande visione.

“Questi successi sono frutto di un sistema Italia – spiega il delegato provinciale della Federazione, Riccardo Manfredi – nato 13 anni fa con l’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi, che ha svolto un percorso partendo dalla base, dalle scuole tennis, dai progetti federali riuscendo a far maturare i giocatori. Sinner, Musetti, Berrettini, e altri sono cresciuti attraverso questo progetto e il lavoro quotidiano dei maestri. Le loro spiccate qualità li hanno fatti diventare quello che sono oggi, ma l’esperienza è partita dalla base, grazie agli investimenti della Federazione. Sono anni che si sta programmando, a cominciare da Racchette in classe, nel quale si investono 8-10 milioni di euro, con borse di studio anche per il settore femminile, nel quale siamo carenti”.

Dietro ai big, molti giovanissimi ma già consacrati, c’è un movimento che cresce, sono 17 gli azzurri tra i primi 200 e dietro a Sinner (n. 4) e Musetti (26), nei primi cento ci sono Matteo Arnaldi (38), Lorenzo Sonego (46), Flavio Cobolli (76). Berrettini è un po’ più lontano dai vertici a causa degli infortuni. Atleti di qualità, capaci di far la differenza: “Sacrificio è la parola chiave – prosegue Manfredi – Tanto e duro lavoro perché dal nulla non viene niente. Sinner è un fenomeno in questo. Si allena tantissimo e questo è fondamentale sia a livello mentale che fisico.

“Io ho avuto la fortuna di collaborare con Riccardo Piatti quando era il suo allenatore e già si intravedevano le sue doti. Ma anche altri stanno lavorando bene, come Arnaldi, che ha fatto benissimo in Davis, Fabio Cobolli e Luca Nardi, che stanno crescendo. Il movimento maschile è molto attivo, c’è anche il veterano Fognini che oggi è attorno alla centesima posizione, ma ancora lotta; non dimentichiamoci poi della importantissima finale in doppio di Bolelli-Vavassori agli Australian Open”.

Anche Cremona sta vivendo un momento di entusiasmo: “La nostra provincia è sana e sta organizzando parecchie attività. Le vittorie azzurre stanno dando uno slancio incredibile al nostro movimento: alla chiusura del 2023, avevamo circa 4200 tesserati, 26 circoli affiliati con 85 campi da tennis omologati, oltre a un bacino di utenza di scuole tennis per i bambini intorno alle 650 iscrizioni. Sono numeri importanti rispetto al resto del panorama italiano anche per quella che è la nostra dimensione, tenendo conto che le strutture coperte sono carenti in provincia”.

Alcune spiccano nel panorama provinciale: “Ci sono giovani interessanti, che si spera di riuscire a coltivare; in questi tre anni abbiamo creato un circuito per i bambini riuscendo ad organizzare circa 90 tornei, cosa mai accaduta prima; tra questi anche il Kinder alla canottieri Eridanea dove saranno protagonisti anche i ragazzi wheelchair. Tra le realtà della provincia abbiamo il Tennis Club Crema che ha la squadra in serie A1 e che quest’anno è arrivata in semifinale: sono 12 anni che il club milita nella massima serie e speriamo che questa possa essere la stagione buona perché parliamo di un’ottima realtà con tanti ragazzi promettenti”.

A Cremona c’è il progetto Baldesio Tennis Pro di cui è direttore sportivo Giuseppe Menga: “Ci voleva proprio una realtà del genere: è ben organizzata, ci sono giovani di talento ma il tennis è uno sport molto difficile, spesso a fare la differenza è il fattore mentale. La speranza è che attraverso questo progetto qualche giocatore possa riuscire a partecipare a tornei importanti. Il mio obiettivo, come delegato, è quello di coinvolgere maggiormente i circoli e i giocatori, creando sempre più tornei e manifestazioni mirate, non solo per età, ma anche per livello. In questo modo potremo dare a tutti la possibilità di giocare un torneo e una finale facendo vivere a molti le stesse emozioni che provano i grandi”.

 

Partito la scorsa stagione con l’anno zero, Baldesio Tennis Pro sta entrando sempre più nel vivo. Giuseppe Menga, direttore sportivo e allenatore, spiega gli obiettivi e le ambizioni di un progetto pensato per lanciare giovani di talento.

A chi si rivolge?
“La nostra idea è puntare sempre alla qualità. Lavoriamo con un massimo di dieci ragazzi, professionisti che vogliono allenarsi e crescere con noi. Siamo all’inizio e stiamo creando collaborazioni con altre realtà in Italia e all’estero. La settimana scorsa abbiamo giocato un’amichevole con un’altra Accademia di Pavia, grazie alle nostre conoscenze riusciamo a fare giocare i ragazzi con altre realtà all’avanguardia”.

Da dove arrivano gli atleti?
“Un po’ da tutto il mondo, ma attualmente abbiamo solo ragazzi italiani che arrivano da Mantova, Desenzano, Treviglio e dal Nord in genere. L’anno scorso con noi c’erano una giovane cinese, una messicana, una tedesca, uno svizzero. Abbiamo stretto da poco una partnership con una società indiana: a fine mese arriveranno a Cremona tre ragazzi tra i 15 e i 18 anni che con noi cercheranno di crescere dal punto di vista qualitativo per poi svolgere attività professionistica. Abbiamo un’idea di tennis globale e multietnico per questo puntiamo a farci conoscere in tutto il mondo. Oggi la gente si sposta per avere un servizio di qualità, professionistico che è proprio quanto noi vogliamo offrire”.

Qual è il livello dei vostri ragazzi?
“Tre di loro sono intorno alla posizione 1000 nel mondo, quindi diciamo all’inizio della scalata nel ranking Atp. Sono tutti professionisti che si allenano e giocano tutto l’anno a livello internazionale. Gli altri tre invece giocano a livello nazionale, con qualche esperienza internazionale che
serve per alzare l’asticella”.

Cristina Coppola*

 

*da Lo sport cremonese del 10 febbraio

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